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 2002  marzo 28 Giovedì calendario

OSTELLINO

OSTELLINO Piero Venezia 9 ottobre 1935. Giornalista. Editorialista del ”Corriere della Sera”, che ha diretto dal 1984 al 1987. stato corrispondente da Mosca (1973-1978) e da Pechino (1979-1980). Laureato in Scienze politiche all’Università di Torino nel 1960 con Norberto Bobbio e Alessandro Passerin d’Entreves, è stato direttore dell’Istituto di studi politici internazionali (Ispi) e membro del comitato scientifio dell’Università della Carolina del Nord. Autore di numerosi saggi di carattere storico e politico: Vivere in Russia, Vivere in Cina, In cosa credono i russi, Cose viste e pensate, Gorbaciov e i suoi fratelli. Vive tra Parigi e la Provenza (’liberal”, 29/7/1999) • «Le idee chiare, i giudizi netti, la puntigliosità nell’argomentare, gli occhialini da professore e la barba curata... insomma. Il sospetto è che ci sia nell’aria un po’ di presunzione. Ma se c’è un uomo che dice di non avere in tasca la Verità con la V maiuscola, quest’uomo è Piero Ostellino: semmai, il suo motto potrebbe essere: dubito ergo sum. [...] dai vizi della sinistra italiana a quelli della destra [...] dalla guerra alla pace, ai mass media, passando per la globalizzazione, giustizia e giustizialismo, terrorismo, retorica pacifista, speculazioni del ”turbocapitalismo”. Per ogni interrogativo [...] ha una spiegazione, che spesso pone altri interrogativi, che hanno a loro volta bisogno di altre risposte... e il cerchio non si chiude mai. [...] ”Se vivessi la professione come missione, risponderei che mi ha dato più delusioni che soddisfazioni. Ma penso di fare un mestiere che consiste nel cercare di spiegare le cose che credo di avere capito, e di fornire se possibile una metodologia delle conoscenza che si radichi nella realtà... [...] Assecondare il lettore porta a essere sempre à la page, ma anche al linguaggio politicamente corretto, che io condanno. la ragione per la quale non ero d’accordo col mio amico Indro Montanelli, che per me rimane il più grande talento del giornalismo italiano: lui diceva che il bravo giornalista non è indietro ma nemmeno davanti di 5 minuti rispetto al lettore... Così si finisce per essere un giornalista per tutte le stagioni” [...]» Stefano Jesurum, ”Sette” n. 9/2003) • Tifosissimo della Juventus: «Avevo 6 anni, abitavo a Venezia e vidi per la prima volta la Juve di Rava, Sentimenti IV, Parola... Diventai subito bianconero. Penso che nascere juventino è un dono di Dio, perché si nasce appassionati di una squadra vincente, come un regalo del Signore è nascere belli o intelligenti. Siamo la frustrazione degli altri tifosi, forse è per questo che siamo tanto odiati» (Fabio Bianchi, ”La Gazzetta dello Sport” 4/3/2003).