Nature 6876, 7/3/2002, 7 marzo 2002
I neurologi hanno scoperto che la musica si sente con una piccola parte del cervello umano, diversa da quella che serve a capirla e suonarla
I neurologi hanno scoperto che la musica si sente con una piccola parte del cervello umano, diversa da quella che serve a capirla e suonarla. La musica è uno strumento ideale per studiare il funzionamento del cervello umano, in particolare il modo in cui integra i compiti di percezione e di comportamento. Ma a cosa serve in natura? un bel mistero: nella lotta per la sopravvivenza, per trovare un pasto o un partner per accoppiarsi, essere capaci di apprezzare una canzone non sembra di alcuna utilità. Perché il cervello umano è capace di dare un significato ai suoni, associando ad essi delle emozioni? Per ora si sa solo che l’ascolto è un compito complesso: quando si sente una sinfonia, la memoria a breve termine che abbiamo in testa ordina in successione temporale i singoli suoni, poi la memoria a lungo termine confronta la melodia con altre già sentite. Ancora più difficile il compito dei musicisti: per suonare un brano occorrono grandi capacità motorie, coordinazione dei movimenti della mano e delle dita se, per esempio, si tratta di un violino. Infine, sembra che la percezione complessiva della musica avvenga con la parte destra dell’emisfero cerebrale.