Eleonora Potti, Salute Sorrisi e canzoni, n. 35 marzo 2002 pag. 82-83, 2 aprile 2002
La nonna si truccava meno di noi e viveva in un mondo che non era inquinato. Poteva dunque accontentarsi di lavarsi la faccia solo col sapone
La nonna si truccava meno di noi e viveva in un mondo che non era inquinato. Poteva dunque accontentarsi di lavarsi la faccia solo col sapone. E ogni tanto ricorreva ai fumenti. UN VISO ALL’ACQUA DI ROSE... Ogni tanto, però, usava anche un po’ di acqua alle rose. E questo, tra l’altro, era il segreto della «grana» sottile della sua pelle. Ma l’acqua di rose se la preparava da sola. Quella che ora si compra al supermercato è buona, ma diversa. La differenza è un po’ quella che passa tra il pane fatto in casa e quello acquistato. Però dare qui la ricetta che si trova sui vecchi libri non serve: non riuscireste più a farla come allora perché mancherebbe l’altro ingrediente: l’acqua piovana pulita. ... O AI FIORI DI CAMOMILLA A proposito di acqua. Un’altra tecnica di pulizia della nonna consisteva nel farne bollire un gran pentolone tutte le settimane e nel buttarci dentro dei fiori di camomilla (se aveva la pelle delicata) o un po’ di bicarbonato. Si esponeva al vapore, lasciava che i pori si allargassero e quindi strizzava i puntini neri. Poi passava un batuffolo intriso di acqua alle rose, che aveva un effetto astringente, e infine sciacquava per bene.