Lyall Watson, Il libro del vento, Sperling&Kupfer Editori, 2002, 424 pagine, 19 euro., 2 aprile 2002
Quattro. Quasi universale la scelta del quattro come numero dei venti, come il numero dei Vangeli, dei libri del Buddismo, dei Cavalieri dell’Apocalisse, degli elementi, delle stagioni
Quattro. Quasi universale la scelta del quattro come numero dei venti, come il numero dei Vangeli, dei libri del Buddismo, dei Cavalieri dell’Apocalisse, degli elementi, delle stagioni. Il segno per il numero quattro, prima dell’introduzione dei numerali, era una croce greca con braccia di uguale grandezza, derivato da un simbolo più antico, la svastica, croce con le cime delle braccia piegate ad angolo retto, a sinistra (il simbolo nazista è volto dall’altro lato). Nata per rappresentare i Quattro venti, viene dal sanscrito su, che significa ”buono”, asti,”essere”, e il suffisso sostantivante ka: ”qualcosa con buona fortuna”. Lo stesso dio azteco Quetzacoatl, "il dio serpente ricoperto di piume verdi", guardiano dei venti, era rappresentato con la svastica.