Aldo Carboni, "Il Sole-24 Ore" 31/3/2002., 31 marzo 2002
«Non è vero, come si sente dire, che in fondo è indifferente il numero delle copie che si tirano dall’originale di una litografia, sempre di stampa si tratta
«Non è vero, come si sente dire, che in fondo è indifferente il numero delle copie che si tirano dall’originale di una litografia, sempre di stampa si tratta. Le persone serie lavorano in un altro modo, concordano una tiratura, ogni copia ha il suo numero progressivo e la firma dell’artista: alla fine si procede alla "cancellazione" del disegno sulla pietra, ci si fa, letteralmente, una croce sopra. Poi, e vale come una sorta di atto notorio, si stampano tre copie, una all’editore, una all’artista, e la terza allo stampatore. In gergo, tutto questo si chiama biffare» (Romolo Bulla, stampatore d’arte).