Antonio Monda, "la Repubblica", 3/4/2002, pagina 13., 3 aprile 2002
«Gala Dalì era un mostro. Conoscerla significava odiarla. Priva di alcuna morale, capace di fingersi nazista per opportunismo, gli unici suoi interessi erano il denaro e il sesso
«Gala Dalì era un mostro. Conoscerla significava odiarla. Priva di alcuna morale, capace di fingersi nazista per opportunismo, gli unici suoi interessi erano il denaro e il sesso. Avida Dollars, il soprannome coniato da Breton anagrammando il nome di Dali è dovuto soprattutto a lei. Era anche una ninfomane, capace di pagare cifre elevatissime per assicurarsi una notte con un giovane. Dalì era un voyeur e spesso la incoraggiava. Si ribellava solo quando Gala andava a letto con i suoi amanti» (John Richardson, critico d’arte).