Lisa maccari - Macchina del Tempo anno3 n.4 aprile 2002 pagg.120-122, 4 aprile 2002
Soltanto una sessantina di anni dopo, Charles Darwin comprese appieno il meccanismo di questa selezione: le mutazioni non sono mirate, ma casuali e, semplicemente, chi è portatore di caratteri più adatti si riproduce e li trasmette, mentre gli altri si estinguono
Soltanto una sessantina di anni dopo, Charles Darwin comprese appieno il meccanismo di questa selezione: le mutazioni non sono mirate, ma casuali e, semplicemente, chi è portatore di caratteri più adatti si riproduce e li trasmette, mentre gli altri si estinguono. Erasmus continuò invece a credere in un’evoluzione attiva, in cui gli organismi, sforzo dopo sforzo, tendevano sempre più a una presunta perfezione. Nel suo ultimo lavoro, intitolato Il Tempio della Natura e pubblicato dopo la sua morte, lo studioso afferma infatti:«La vita organica, in fondo alle onde sconfinate, nacque e fu cullata nelle perlacee grotte dell’Oceano; dapprima minuscole forme, ad ogni lente invisibili, si muovono nel fango, o sfidano le masse d’acqua; poi, al fiorire delle generazioni successive, acquistano nuova potenza e sviluppano membra più forti; da loro sorgono famiglie innumerevoli di vegetazione, e regni palpitanti di pinne, di zampe e di ali».