John McCrone - Macchina del tempo anno 3 n.4 aprile 2002 pagg.124-129, 4 aprile 2002
Sei appena stato arrestato come possibile autore di un omicidio. L’interrogatorio, condotto da due poliziotti cocciuti come mastini, ti fa sudare
Sei appena stato arrestato come possibile autore di un omicidio. L’interrogatorio, condotto da due poliziotti cocciuti come mastini, ti fa sudare. Ma hai le labbra sigillate. Conosci i tuoi diritti. Allora, con un sogghigno, ti infilano sulla testa una specie di retina per i capelli, lungo la quale sono disposte dozzine di minuscoli elettrodi, e ti mettono a sedere di fronte a un computer. Sullo schermo cominciano a susseguirsi lampi di immagini, inframmezzate da domande a scelta multipla. Flash! La foto di un muro di mattoni. Flash! «Che cosa c’è oltre questo muro?» Flash! «Cemento e pece?» Flash! «Sabbia e ghiaia?» Flash! «Erba e sterpi?». Non hai risposto nulla. Hai perfino cercato di non pensare. Eppure... spiacente amico, ma il tuo cervello ti ha tradito. Non ha potuto fare a meno di trasalire dentro di te, riconoscendo quell’immagine che rievocava il ricordo di aver superato con un balzo il muro di mattoni, proseguendo la fuga in un cortile ingombro di sterpi e di erbacce. Una fantasia degna di un romanzo di Orwell? No, perché questa tecnica è stata effettivamente impiegata nel corso di una perizia recentemente svolta per conto di un tribunale in una contea nello Iowa. ’apparecchiatura per l’encefalogramma è stata costruita nei laboratori universitari con finanziamenti della CIA. Il dipartimento della difesa degli Stati Uniti sta finanziando ricerche che prevedono l’impiego di scanner multimilionari per ottenere immagini di un cervello impegnato in determinati compiti. Altri laboratori impiegano metodi a minor contenuto tecnologico, come per esempio il semplice test dei tempi di reazione, che possono tuttavia costituire un modo sbalorditivamente affidabile per mettere in luce quella ”coscienza sporca” che si preferirebbe tenere nascosta agli altri.