di Mirella Delfini con Gualtiero Frangini su Macchina del tempo anno 3 n.4 aprile 2002 pagg. 110-117, 4 aprile 2002
In Nuova Zelanda, nell’isola Little Barrier, ci sono grilli che battono in grandezza tutte le specie conosciute: lunghi anche più di 15 centimetri, hanno antenne e zampe spinosissime, e la corazza d’oro brunito
In Nuova Zelanda, nell’isola Little Barrier, ci sono grilli che battono in grandezza tutte le specie conosciute: lunghi anche più di 15 centimetri, hanno antenne e zampe spinosissime, e la corazza d’oro brunito. Sembrano quasi aragoste. Gli abitanti del luogo li chiamano weta, li mostrano con orgoglio ai turisti e dicono: «C’è chi ha il panda gigante, e chi ha il weta gigante. L’importante è avere qualcosa di speciale». In alcune isole neozelandesi dove vivono i tuatara, parenti nani dei dinosauri, i poveri grilli giganti, però, hanno una vita davvero molto difficile e finiscono spesso divorati. A dispetto delle loro armi, questi poveri ortotteri, così pesanti da non riuscire a saltare come i grilli piccoli, sono piuttosto indifesi. Anche il Brasile ha i suoi grilli giganti, che periodicamente si insediano nelle piantagioni di caffè come quella di Monte Santo del Minas e le devastano. I bambini sono stati incaricati di catturarli, e ogni cinque grilli ricevono in premio una caramella. «Se usassimo la quantità di pesticidi necessaria, i costi supererebbero i guadagni», tentano di spiegare i coltivatori di caffè. «Meglio far lavorare i bambini, dopotutto per loro è soltanto un gioco».