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 2002  aprile 04 Giovedì calendario

chi d’accordo e chi no. Il campo delle macchine della verità (o poligrafi, o meglio lie detectors, ossia ”rivelatori di bugie”, come li chiamano gli inglesi) ha da tempo bisogno di un vigoroso scrollone

chi d’accordo e chi no. Il campo delle macchine della verità (o poligrafi, o meglio lie detectors, ossia ”rivelatori di bugie”, come li chiamano gli inglesi) ha da tempo bisogno di un vigoroso scrollone. Si discute da un pezzo sulla legittimità del poligrafo, vale a dire la versione originale e più tradizionale di macchina della verità: uno dei punti più dibattuti è il fatto che sia basato su reazioni emotive, come le mani sudate e la variazione della pressione sanguigna o dei ritmi di respirazione. I responsi del poligrafo possono essere usati dalla difesa nei tribunali statunitensi, e l’Unione americana per i diritti civili stima che ogni anno venga eseguito oltre un milione di test. Molti però ritengono che il poligrafo sia inaffidabile: basta consultare Internet, per scoprire come sia possibile ingannare la macchina semplicemente stringendo le natiche o mordendosi la lingua. Comunque questo tipo di test viene tuttora impiegato su vasta scala dalle forze dell’ordine negli Stati Uniti, in Israele e in Giappone. Negli Stati Uniti, il suo uso è previsto nella procedura impiegata dall’FBI e dalla CIA per l’arruolamento di nuovi dipendenti, e il governo federale sta spingendo perché all’esame del poligrafo vengano sottoposti anche gli scienziati che dovranno lavorare nei laboratori di ricerca nazionali. E se si riuscisse a penetrare nella testa della gente? Lasciamo perdere le reazioni emotive, che si possono simulare facilmente. Spostiamo invece la nostra attenzione sulle differenze dei segnali cerebrali, che rivelano quando qualcuno sta mentendo; oppure sondiamo direttamente l’informazione che il mentitore cerca di nascondere.