La posta di cecchi paone su macchina del tempo anno 3 n.4 aprile 2002, 4 aprile 2002
Quando si parla del colobo rosso di Zanzibar ci si riferisce alla Colobus kirkii, una specie di scimmia che non si trova solo nell’isola di Zanzibar, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo, in Uganda e in Tanzania
Quando si parla del colobo rosso di Zanzibar ci si riferisce alla Colobus kirkii, una specie di scimmia che non si trova solo nell’isola di Zanzibar, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo, in Uganda e in Tanzania. Esclusivamente vegetariana, abita le foreste pluviali di montagna ricche di acacie, ed è in grave pericolo di estinzione. «Al contrario di molte altre scimmie» spiega il primatologo Angelo Tartabini, professore di psicologia all’Università di Parma e autore del saggio Una scimmia in tutti noi (Bruno Mondadori, 2001, e 11,36) «il colobo rosso vive in gruppi patrilineari, strutture sociali in cui la linea genetica viene mantenuta dai maschi. Molte femmine, quando raggiungono l’adolescenza, lasciano il gruppo originario per migrare in altri gruppi in cui si riproducono. I maschi invece, sono stanziali, difendono i compagni dagli attacchi esterni, e quindi costituiscono un patrimonio molto prezioso per il mantenimento e l’integrità del gruppo. Per questo i piccoli maschi sono protetti e nutriti più a lungo». Daniele Della Seta, psicobiologo all’Università di Siena, ipotizza che «l’allungamento della fase di allattamento dei piccoli maschi potrebbe servire a consolidarne l’appartenenza al gruppo. difficile trovare una risposta certa al comportamento di animali complessi come le scimmie di Zanzibar che, per di più, fortunatamente, scorrazzano libere e incontrollate nelle foreste. Ma personalmente non credo che si possa parlare di favoritismo: è improbabile che le madri di colobo possano decidere di investire differentemente sui loro piccoli in base al sesso di questi. Non penso neanche che i ”costi” di allevamento di un piccolo maschio rispetto a una femmina siano poi così diversi». Per quanto riguarda l’intervallo tra una nascita e l’altra, nei colobi, in media, è di due anni. Mentre lo svezzamento dei piccoli viene portato a termine entro un anno. «Perciò», conclude Della Seta, «partorire un maschio non dovrebbe modificare quest’intervallo».