La posta di Cecchi Paone - Macchina del tempo anno 3 n.4 aprile 2002, 4 aprile 2002
La Varroa jacobsoni ha quattro paia di zampe ed è un acaro. E, come tutti gli acari, appartiene alla classe degli aracnidi, la stessa di ragni e scorpioni
La Varroa jacobsoni ha quattro paia di zampe ed è un acaro. E, come tutti gli acari, appartiene alla classe degli aracnidi, la stessa di ragni e scorpioni. Non produce alcun danno al nostro organismo, mentre rappresenta un vero flagello per l’apicultura: la Varroa, infatti, è uno dei più temibili parassiti delle api. La femmina di quest’animaletto, appena visibile a occhio nudo, attacca le api adulte e le larve, ne succhia l’emolinfa, indebolendole e provocando la nascita di insetti deformi. Come se non bastasse, questo parassita apre la strada a virus e batteri che in pochi anni possono portare alla distruzione di un’intera colonia di api. Originaria dell’Est asiatico, la Varroa si è diffusa in quasi tutto il mondo. Quella che infesta i nostri alveari è una specie particolarmente aggressiva: la Varroa destructor. Ecco perché negli ultimi anni gli studi su quest’acaro si sono moltiplicati. Oggi, gli apicoltori hanno a disposizione una vasta gamma di rimedi, anche se nessuno è efficace al cento per cento. Piuttosto affidabili sono i trattamenti chimici, che spesso possono però essere nocivi sia per le api, sia per l’apicoltore. Inoltre, abusandone, si rischia di contaminare il miele e la cera e di sviluppare nei parassiti una resistenza al prodotto. In alternativa alla chimica, possono essere usati estratti naturali di piante. Ma secondo gli esperti, l’area di ricerca più promettente è quella della genetica: creare delle api naturalmente predisposte a difendersi dal terribile nemico.