Alberto Bevilacqua, "Corriere della Sera" 8/4/2002, 8 aprile 2002
«Manualetto di Pronto Soccorso per l’emorragia di inchieste e indagini. Inchiesta (meritevole) di Rai Educational sull’identità degli italiani; indagine Istat sulla lingua italiana
«Manualetto di Pronto Soccorso per l’emorragia di inchieste e indagini. Inchiesta (meritevole) di Rai Educational sull’identità degli italiani; indagine Istat sulla lingua italiana. Dizionario ragionato: "Identità: unità fondamentale che filosoficamente si raggiunge attraverso la molteplicità degli aspetti". Giuseppe Prezzolini: "Questi aspetti, per gli italiani, si traducono nell’"aspetta e spera"". Sempre Prezzolini: "Gli italiani si distinguono in due categorie: i furbi e i fessi". Uno psicologo pessimista di Piacenza: "Furbizia e fesseria rischiano di uguagliarsi sotto la dittatura". Giuseppe Pontiggia: "L’Italia è un Paese di accusatori e di vittime, mai di colpevoli" e ancora: "Qui lo dico e qui lo nego: c’è tutta l’Italia". A proposito della lingua. Flaiano: "L’italiano è una lingua parlata dai doppiatori". Un cinefilo di Suzzara: "Il cinema è in crisi, perciò il dialetto ha recuperato nelle famiglie" (come accerta l’Istat). Bruno Barilli: "In Italia si dice sempre tanto bene dei morti e tanto male dei vivi". Un becchino di Potenza: "Questo nobilita il perfido auspicio dei più: che certi talenti avversati da vivi crepino come si deve". Dino Campana: "L’Italia è come fu sempre: teologica". Carlo Levi: "Cristo si è fermato a Eboli". Gli scrittori non amati dai gesuiti e non compresi nel catalogo dei buoni e cattivi cristiani: "Sì, per carità, ma forse Cristo, in segreto, legge altro". Un frequentatore di discoteche di Verona: "I giovani non sono pessimisti. Credono nel motto di Flaiano: "Il Paese dei mandolinisti è diventato il Paese dei chitarristi elettrici"". Leo Longanesi: "L’italiano non lavora, fatica". Un corridore ciclista (gregario di Pantani): "Perciò il problema delle pensioni potrebbe essere risolto con l’Epo". Flaiano: "L’Italia non è come la fanno i governi, ma come la fa la televisione". Un correttore di bozze di Forlì: "Più esattamente, è la televisione che fa i governi". Un vecchio emigrante di Indianapolis: "L’Italia è bellezza e mistero. Come un astro. Ecco perché è tanto più bella e misteriosa a vederla da lontano, col telescopio". Cesare Battisti, con disprezzo verso il cappio: "Viva l’Italia!". Cerchiamo di pensare un po’ più spesso a Cesare Battisti».