La Stampa 9/3/2002, 9 marzo 2002
Il calcio in televisione si vede sempre peggio. Fabio Capello: "Si divertono solo i registi, ti fanno venire il mal di mare, ti fanno vomitare
Il calcio in televisione si vede sempre peggio. Fabio Capello: "Si divertono solo i registi, ti fanno venire il mal di mare, ti fanno vomitare. Con questi continui stacchi di immagini sui primi e secondi piani ti impediscono di vedere il gioco". Gigi Garanzini: "E’ vero, sei lì che balli tra uno stacco e l’altro e spesso non trovi più nemmeno il pallone. Nell’ansia di mostrarti tutto, tra uno spot e l’altro, beninteso, ti fanno vedere sempre meno. E mentre i registi di calcio cercano un nuovo linguaggio di immagini, i telecronisti, il loro, l’hanno rinnovato da tempo. Tra le linee che si alzano e che si abbassano, i tiri da dimenticare (praticamente tutti quelli che non vanno in porta) e le ormai celeberrime ripartenze, c’è un’espressione in particolare che genera un principio d’orticaria: ”attaccare lo spazio”. La usano e ne abusano in particolare le cosiddette seconde voci, cui qualcuno deve aver suggerito di parlare difficile per distinguersi, per darsi un tono. Cos’altro significa attaccare lo spazio se non smarcarsi? O in alternativa farsi vedere, o ancora giocare senza palla? Perché generazioni di calciatori si smarcavano e basta e i contemporanei attaccano invece lo spazio?".