Varie, 14 aprile 2002
CORRADI Bernardo
CORRADI Bernardo Siena 30 marzo 1976. Calciatore. Ha giocato in serie A con Cagliari, Chievo, Lazio, Parma, Reggina, Udinese, all’estero con Valencia e Manchester City. 13 presenze e 2 gol in nazionale • «È del “Bruco”. La contrada, prima della città, per Bernardo Corradi da Siena, è il simbolo del carattere, della capacità di inventarsi una carriera tra Mobilieri e Poggibonsi, su campi infami di dilettanti e C2, per poi scoprirsi indispensabile nello spogliatoio dell’Italia. [...] “Il numero non fa il centravanti” è lo slogan che si legge sul sito ufficiale che lo ritrae nell’insolito ruolo di attaccante con l’otto sulle spalle. “Corradi il bello” come lo hanno soprannominato i rotocalchi rosa [...] ultimo compagno di Anna Falchi [...] Una vita da centravanti controcorrente, coccolato a Cagliari da Tabarez, messo da parte nella stessa squadra quando a decidere era Ulivieri, toscano anche lui, ma poco attratto da un centravanti alto 1,89 che aveva bisogno di una squadra più a misura. È il “laboratorio Del Neri” che dà la svolta alla sua carriera: due stagioni, una promozione dalla serie B, 10 gol alla prima esperienza in A. Era in prestito dall’Inter, Cuper non sapeva cosa farsene, Mancini ha scommesso su di lui senza esitare. Corini a Chievo lo ha definito “il centravanti ideale, uno che non spreca mai un pallone”.A Roma lo hanno subito ribattezzato “il nuovo Casiraghi”.A Verona l’episodio che meglio ne spiega il carattere: aprile 2002, 32a giornata, l’Inter in casa del Chievo si gioca una fetta di scudetto. Qualche giocatore nerazzurro in campo gli chiede di metterci meno agonismo: “Il prossimo anno giochi con noi, pensa alla Champions League”.Secca la risposta dopo un contrasto più duro: “All’Inter di me non gli è mai fregato niente, se posso ve ne faccio quattro”.Finì 2-2, l’inizio della fine del sogno scudetto di Cuper. Personalità, abitudine a prendere botte al limite dell’area, perfetto nei colpi di testa e con l’atteggiamento da stella del rock se gli si chiedono notizie sul suo futuro» (Gianluca Moresco, “la Repubblica” 5/6/2003). «Casiraghi è stato uno dei giocatori che più mi piacciono in assoluto. Sono contento che mi si accosti a lui e se poi a farlo è Mancini è ancora meglio. Era una mia aspirazione andare in una grande squadra ma affrontare subito i miei ex compagni mi farà certamente effetto [...] Sono un centravanti all’inglese [...] La mia miglior caratteristica è il colpo di testa» (Stefano Orsini, “Il Messaggero” 4/9/2002).