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 2002  aprile 14 Domenica calendario

Dine Jim

• . Nato a Cincinnati (Stati Uniti) il 16 giugno 1935. «Ha sempre lo spirito iconoclasta e il senso dell’umorismo dei grandi protagonisti dell’avventura Pop. Non ha perduto un’ombra della carica ludica che è rimasta un connotato inscindibile dal movimento che ha rivoluzionato la scena contemporanea. Artista totale, ha creato dipinti, disegni, sculture, grafica, collages, happenings, installazioni inserendo nelle sue opere oggetti di uso quotidiano con effetti sorprendenti e ironici, appassionati ed emozionanti. Lo ha fatto, spesso, raccontandosi in prima persona e realizzando, in perfetto stile pop, diversi autoritratti grazie all’uso di indumenti come vestaglie, giacche, camicie... In uno straordinario gioco di specchi tra dimensione sociale ed esistenziale, questo virtuoso della sperimentazione si è dimostrato un perfetto esempio della forza innovativa dell’arte americana. [...] ”La chiave della straordinaria vitalità dell’arte americana è stata l’energia. Sì, soprattutto dopo la fine della seconda guerra mondiale, l’energia che ha attraversato il nostro paese e New York in particolare è stata un vero motore di innovazione, cambiamenti, autentiche rivoluzioni. Gli anni 50 e 60 sono stati un periodo magico. Tutto poteva avvenire. Ed è successo di tutto...[...] Artisti come Pollock e de Kooning hanno dato contributi eccezionali. Hanno lasciato un’eredità che è rimasta ben viva. Non solo solo due miti. Sono una fonte di ispirazione anche per i giovani [...] La Pop art è stato uno choc in tutto il mondo. E ha reso gli artisti americani, per la prima volta nella storia, ricchi e famosi. Siamo diventati dei divi. Non ce lo aspettavamo. Almeno io, che allora ero un ragazzino, ne fui completamente sorpreso. Che esplosione!... Fu una rivoluzione che coinvolgeva la società americana, la diffusione del benessere e del consumismo, un mondo in espansione inarrestabile. Ma noi stessi non eravamo del tutto consapevoli di quale terremoto stavamo scatenando [...] Warhol e Rauschenberg sono stati i miei maestri. Soprattutto Rauschenberg, che negli anni 50 era già affermato e aveva fatto cose notevoli. Io e Oldenburg, che eravamo i più giovani del movimento, gli dobbiamo molto [...] Il segreto è racchiuso nella vitalità di tutta la società americana ma specialmente di New York. Io sono arrivato da Cincinnati a Manhattan nel 1959 e, come me, non è possibile contare quanti altri giovani, provenienti da ogni angolo della Terra, lo hanno fatto. Questa ricchezza di popolazioni, di energie, di culture diverse è stata straordinaria. Esplosiva. E, per fortuna, non si è affatto spenta. La sperimentazione non appartiene al passato. Continua anche oggi» (Massimo Forti, ”Il Messaggero” 18/3/2002).