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 2002  aprile 14 Domenica calendario

DI PALO Nico

DI PALO Nico Genova 4 dicembre 1947. Cantante dei New Trolls • «Notte, 15 gennaio 1998, sto andando da Genova a Roma, come altre mille volte. Sono solo in macchina, meno male. La strada è bella, il tempo anche, nessun pericolo. Ma il camion, guidato da un ubriaco, si ribalta e rovescia sull’asfalto il granoturco. Io volo via. Non è che uno immagina di trovare sulla strada il granoturco. Adesso ricordo tutto: a otto anni con mia madre, le elementari, le medie. Ma la memoria corta è un problema. Mi basta una telefonata, qualcuno che mi chiama, giro la testa e dimenticato tutto quello che ho imparato, da un momento, un’ora, due ore. È un dramma. Faccio tanta fatica per recuperare le cose perse, per riabilitare la mente, anche col computer. Anche con le persone ho problemi, se non le conosco molto bene: le incontro, e poi me le dimentico […] “Resterai paralizzato sulla sedia a rotelle”, mi hanno detto, “almeno 5 anni”. Corda vocale ferma, braccio fermo, gamba ferma, nervo ottico paralizzato. A causa del trauma si è formata una massa solida nel cervello, che ogni giorno si sposta di qualche millimetro. Così un giorno non è mai uguale all’altro, secondo dove si sposta: a volte parlo bene e cammino male, oppure il contrario. C’è sempre qualche problema. Io continuo a fare fisioterapia, ma non posso sforzare, se no si blocca tutto. Quante ore al giorno? Sempre, tutto il giorno. Mi avevano detto che non avrei più parlato. Ma io adesso canto. Ce la metto tutta. “Non accetto di cambiare la mia vita per colpa di un str... - mi ripeto - di uno che si mette al volante ubriaco”. L’anno scorso ho ripreso a fare spettacoli. Mi portavano in braccio, perché non ero ancora ben fisso sulle gambe. Adesso mi reggo meglio. A Catania ieri abbiamo fatto un concerto. Siamo in tre, una parte della vecchia band , ci chiamano “Il mito New Trolls”. “Mi sono messo da solo, sto con mia madre, che poverina ha 83 anni. Al momento dell’incidente vivevo con una compagna, che mi ha dato un bimbo meraviglioso. Stavamo insieme, ma ne sono uscito: in certi casi è meglio essere soli. Il bambino ha nove anni, è molto vivace, lui ci vuole stare con me, io lo vedo tutti i giorni perché abitiamo vicino, ma non so se potrei essere un buon padre di famiglia, certe volte sono troppo teso, mi manca la coerenza. Meglio stare da soli. Io alla donna che amo ho sempre dato il massimo. Adesso mi sento di dare solo problemi”» (Claudio Lazzaro, “Corriere della Sera” 6/4/2002).