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 2002  aprile 14 Domenica calendario

FALASCHI

FALASCHI Arturo Roma 21 gennaio 1933, Montopoli in Valdarno (Pisa) 1 giugno 2010. Genetista. Biologo molecolare. Laureato in Medicina nel 1957, post dottorato prima nel Wisconsin con J. Adler poi a Stanford con Kornberg. Dal 1966 al 1979 professore di Biologia molecolare all’Università di Pavia. Dal 1982 al 1989 direttore del Progetto finalizzato ”Ingegneria genetica” del Cnr. Dal 1989 fu direttore generale del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologica dell’Unido a Trieste (’liberal” 6/8/1998) • «[...] ai ”misteri” di come si riproduce e si autoripara la molecola chiave della vita, il ricercatore [...] laureato in medicina a Milano (ma non esercitò mai la professione), aveva dedicato gran parte della sua attività, diventandone uno dei pionieri. In un lungo percorso che lo porta giovanissimo, come era consuetudine per i migliori cervelli a quell’epoca (ancora non era ”fuga” senza ritorno) nel 1961 negli Stati Uniti, prima nel Wisconsin e poi a Stanford, in California. Esperienza fondamentale, perché lavora sulla sintesi chimica dell’alfabeto della vita con due Nobel come Arthur Kornberg e Gobind Khorana, premiati nel 1959 per gli studi sulla replicazione del Dna il primo, nel 1968 per la decifrazione del codice genetico il secondo. Poi la chiamata di Luca Cavalli-Sforza, il ”padre” della genetica delle popolazioni, a Pavia dove diventa professore di biologia molecolare e dal 1970 all’87 dirige l’Istituto di genetica biochimica ed evoluzionistica del Cnr, che oggi si chiama Igm, Istituto di genetica molecolare. Ma la vera creatura di Falaschi è il Centro internazionale di ingegneria genetica (idea rivoluzionaria a quei tempi), che prende il via a Trieste nel 1987. Nel 2004, anziché la pensione, l’approdo alla Normale di Pisa come professore di biologia molecolare. Grande curiosità e capacità manageriale nella ricerca: sono le doti di Falaschi che più sottolineano i colleghi e i suoi collaboratori, insieme alla (rara in uno scienziato) consapevolezza dell’importanza della cultura umanistica. [...] Italo Barrai, professore emerito di Genetica dell’Università di Ferrara, che con Falaschi divise gli anni giovanili in America: ”A Natale del 1962 eravamo a Madison, nel Wisconsin, per il post-doc. Ci sentivamo soli e decidemmo di prendere l’autobus per New Orleans. Una donna nera fece cenno di sedersi accanto a un bianco, che la scacciò in malo modo. Arturo prese il suo posto e disse all’uomo: sono abbastanza bianco per sedermi accanto a lei? A quell’epoca nessuno avrebbe osato tanto. Era così, insofferente di ogni discriminazione e capace di rapportarsi con chiunque con grande lealtà”» (Franca Porciani, ”Corriere della Sera” 30/6/2010).