15 aprile 2002
Barindelli Anna, di anni 34. Volto angelico, occhi azzurri e riccioli chiari, viveva sola in una villetta di Bellagio, 800 anime sul lago di Como
Barindelli Anna, di anni 34. Volto angelico, occhi azzurri e riccioli chiari, viveva sola in una villetta di Bellagio, 800 anime sul lago di Como. Innamorata della montagna e del buddismo, nota a tutti per la puntualità e la mania dei cappellini stravaganti, assisteva gli anziani in una casa di riposo. Corteggiatissima, per mesi aveva fatto l’amore con l’amico d’infanzia Gilardoni Massimiliano detto ”Mano”, 32 anni, muratore, tranquillo ma di poche parole, una vita passata tra mattoni e calcinacci, unico svago le bocce con gli amici. Un anno e mezzo fa la Barindelli s’invaghì del compaesano Gabriele (Gilardoni di cognome pure lui), falegname, alto, robusto, gioviale, e disse all’altro che tra loro era finita. Massimiliano fece finta di nulla, sposò una Cristina e la ingravidò. Nello stesso periodo Anna scoprì che qualcuno, a suo giudizio un maniaco, le rubava ogni giorno le mutandine stese al sole ad asciugare. L’altra mattina aprì la porta all’ex amante, che la supplicò di tornare insieme e, ammirandola in slip e canottiera, non resistette alla tentazione di palparla. Lei gli urlò che amava un altro e che insomma la lasciasse in pace, lui, folle di gelosia, le sbatté un posacenere in testa. Siccome Anna s’ostinava a respirare, Massimiliano, afferrato in cucina il coltello per tagliare il pane, le segò per tre volte la gola. Dipoi, come nulla fosse, tornò al lavoro nell’impresa del padre. In via Giovanni Vitali, tra le 10 e le 13 di mercoledì 10 aprile.