15 aprile 2002
Squaratti Moira, di anni 26. Bella, alta, capelli biondi sciolti sulle spalle. Tranquilla, sensibile, tutte le domeniche a messa, faceva l’assistente di un dentista e abitava a Paspardo, Brescia, in una casetta collegata da una scala all’abitazione dei genitori
Squaratti Moira, di anni 26. Bella, alta, capelli biondi sciolti sulle spalle. Tranquilla, sensibile, tutte le domeniche a messa, faceva l’assistente di un dentista e abitava a Paspardo, Brescia, in una casetta collegata da una scala all’abitazione dei genitori. Un anno fa s’era fidanzata con un Marchetti Luigi di anni 32, titolare di un bar trattoria, bel fusto, occhi verdi, i capelli lunghi sacrificati un paio d’anni fa e sostituiti per consolazione da un pizzetto. I due litigavano di continuo perché lui ogni notte tornava a casa stravolto dalla cocaina o dall’alcol. Lunedì di Pasquetta, chissà perché, il Marchetti inseguì la compagna per tutta casa, con in pugno un coltello da cucina. Lei si accocolò sotto al lettone matrimoniale, lui la scovò e la infilzò dappertutto, per una quindicina di volte. Insoddisfatto la strangolò. Subito dopo gettò la lama spezzata sulla pancia del cadavere, rubò ai suoi genitori quattromila euro, si fece accompagnare da un amico a Livorno e di lì sparì nel nulla.