15 aprile 2002
Severino Maria, di anni 42. Assistente sociale dell’Asl, viveva al Vomero, Napoli, insieme al fratello Patrizio, ingegnere chimico
Severino Maria, di anni 42. Assistente sociale dell’Asl, viveva al Vomero, Napoli, insieme al fratello Patrizio, ingegnere chimico. Costui, violento e un po’ matto, amava tirare dal balcone del terzo piano qualunque oggetto gli capitasse in mano, purché pesante: bottiglie di vetro piene d’acqua, sassi, scatole di pomodori pelati. Obiettivo dei lanci, chiunque facesse rumore in strada: coinquilini, motorini, macchine, spettatori che uscivano dal vicino teatro Cilea, medici e dipendenti della clinica Sanatrix. Nei giorni di Pasqua s’era persino presentato minaccioso alla portineria della casa di cura, pretendendo che lasciassero il cancello aperto perché le auto in sosta col motore acceso lo infastidivano. Alla fine s’era beccato parecchie denunce. Ma, ogni volta che i carabinieri gli arrivavano in casa, rispondeva che era stato suo fratello gemello, appena partito per il Giappone (dove in realtà aveva lavorato lui stesso anni fa). Lunedì 8 lanciò in strada una bottiglia di passata di pomodoro. Poi, forse, andò a dormire. Intorno alle 11 la sorella volò giù dal balcone, atterrando su una azalea ornamentale all’ingresso del suo palazzo.