Mirella Appiotti, La Stampa 09/03/2002, 9 marzo 2002
Ancora adolescente, Elio Vittorini, figlio di un ferroviere, cominciò a passeggiare sotto la finestra della signorina Rosina Quasimodo (sorella di Salvatore, figlia di un capostazione) indossando un maglione americano su cui era disegnato un pavone ("tarda art Decò per le masse")
Ancora adolescente, Elio Vittorini, figlio di un ferroviere, cominciò a passeggiare sotto la finestra della signorina Rosina Quasimodo (sorella di Salvatore, figlia di un capostazione) indossando un maglione americano su cui era disegnato un pavone ("tarda art Decò per le masse"). Era alto un metro e ottanta, fisico asciutto, capelli lunghi pettinati col gel, occhi color nocciola leggermente a mandorla, sopracciglia ad arco, naso aquilino. Quando rideva chiudeva un occhio e alzava un sopracciglio, quando parlava si toccava la punta del naso con un dito. Non passava mai inosservato. La nonna di Rosina, Clotilde, scostava le tendine, guardava fuori e diceva: "Ma che vuole questo?". Alla fine vinse lui: "Ci furono regolari e formali presentazioni, l’estate ai bagni, i gelati, i balli". Rosina danzava con eleganza e leggerezza. Elio era goffo, poco amante delle chiacchiere, impacciato con gli sconosciuti. L’unico ballo che imparò fu ”Valenza”. Organizzarono la ”fuitina” e poi il matrimonio: lei aveva 22 anni, lui 19 "e non era troppo convinto delle nozze". Tuttavia, come dirà un giorno al suo amico Grattan Freyer, non amava dormire solo .