M. Pagnini, Salute di Sorrisi e canzoni, n. 36 aprile 2002 pagg. 16-19, 17 aprile 2002
Ci vuole un bel fegato. Una vita da mediano, quella del fegato. Spesa non a recuperare palloni in mezzo al campo, ma sostanze nutritive nel sangue da metabolizzare e ridistribuire ai suoi compagni di «squadra»: gli organi
Ci vuole un bel fegato. Una vita da mediano, quella del fegato. Spesa non a recuperare palloni in mezzo al campo, ma sostanze nutritive nel sangue da metabolizzare e ridistribuire ai suoi compagni di «squadra»: gli organi. Lavora 24 ore su 24, senza fermarsi mai. Eppure spesso lo trascuriamo e ci dimentichiamo di quanto sia importante per il nostro corpo. Sotto i riflettori finiscono altri organi, cuore, cervello o polmoni, solo per fare qualche esempio. Ma il fegato, da buon gregario, non si lamenta e continua a fare il suo mestiere oscuro. Non cerca la fama e non si aspetta i complimenti della stampa. Anche perché in realtà, quanti sanno con precisione qual è il suo ruolo? «Il fegato è il laboratorio chimico del nostro corpo», spiega il professor Gaetano Idéo, direttore del Dipartimento di epatologia dell’ospedale S. Giuseppe di Milano. «Svolge una funzione di raccordo tra l’apparato digerente e il resto del corpo, produce la bile, indispensabile per digerire i grassi, passa il sangue al setaccio alla ricerca di alimenti da metabolizzare, immagazzina gli zuccheri ed è una riserva d’energia per tutto il corpo. Le sue funzioni sono talmente complesse che, a differenza di altri organi quali cuore o reni, non si può ancora neanche immaginare un fegato artificiale». Purtoppo però sono tanti i fattori che lo danneggiano: dai virus dell’epatite (A, B e C, i più noti) all’alcol. Spesso non ci sono sintomi ed è difficile rendersi conto di quale sia il suo stato di salute. Il male può quindi degenerare in condizioni patologiche (cirrosi o tumore), prima che una persona se ne renda conto. Ma nuove terapie e nuovi vaccini stanno dando risultati molto incoraggianti.