Salute di Sorrisi e canzoni, n. 36 aprile 2002 pag.30, 17 aprile 2002
Coliche. 3 domande al pediatra. A che cosa sono dovute? In primo luogo, la colica può dipendere dal temperamento particolarmente irritabile del bambino
Coliche. 3 domande al pediatra. A che cosa sono dovute? In primo luogo, la colica può dipendere dal temperamento particolarmente irritabile del bambino. Oppure dall’ansia della madre, che inevitabilmente si trasmette al figlio. Infine, è importante considerare il fatto che il neonato, soprattutto se molto avido, succhiando il latte ingoia aria che deve, poi, eliminare con il ruttino e attraverso l’intestino. Se non ci riesce, l’aria rimane «imprigionata» e gli procura la colica. Come si manifestano e quanto possono durare? Le coliche si riconoscono per il pianto accorato, prolungato e inconsolabile che coglie il bambino all’improvviso. Naturalmente la mamma impara molto presto, istintivamente, a distingure le coliche dal pianto legato ai normali bisogni del bambino, come la fame ed il sonno. Comunque, anche se si fanno sentire fin dai primi giorni di vita, tendono a scomparire spontaneamente verso il terzo-quarto mese. Come bisogna comportarsi per prevenirle? importante che il lattante non si abitui a piangere, perché altrimenti tenderà a farlo sempre di più. opportuno che la mamma si affretti a consolarlo ai primi segnali di pianto. Inoltre, è fondamentale che chi lo accudisce mantenga la calma. La colica è un fenomeno transitorio e benigno, anche se fastidioso. Solo in pochi casi, in cui le coliche sono molto numerose e difficilmente trattabili, è necessario ricorrere a farmaci calmanti, che in bambini così piccoli sarebbe sempre meglio evitare. In ogni caso, quando il piccolo proprio non accenna a calmarsi, bisogna escludere che i dolori siano dovuti a una patologia, per esempio l’otite, l’ernia o il reflusso del latte. Consulenza professor Modesto Mendicini, libero docente in Clinica pediatrica e puericultura presso l’Università La Sapienza di Roma