Luciano De Crescenzo, "Storia della filosofia greca", Mondadori., 17 aprile 2002
Anassagora, accusato di simpatia verso i persiani e di empietà (uno schiavo confessò d’averlo udito parlare del sole come di «una pietra infuocata che ruotava libera nel cielo»), fu condannato a morte per pochissimi voti
Anassagora, accusato di simpatia verso i persiani e di empietà (uno schiavo confessò d’averlo udito parlare del sole come di «una pietra infuocata che ruotava libera nel cielo»), fu condannato a morte per pochissimi voti. Pericle, suo amico, aveva cercato d’aiutarlo trascinandolo febbricitante davanti al Consiglio e supplicando: «Ateniesi, siete convinti che io abbia sempre agito per il bene della patria? Avete voi qualcosa da rimproverarmi? Ebbene sappiate che sono stato discepolo di costui». Alla fine non potè far altro che corrompere i carcerieri, che lo fecero fuggire prima che venisse letta la sentenza.