C. Ciofalo, Salute di Sorrisi e canzoni, n.36 aprile 2002 pagg.90-91, 18 aprile 2002
Rowing. Il tecno-vogatore si regge su un filo. Così è fatto il row. Visto da lontano, può sembrare un semplice vogatore, come quello che qualche anno fa si teneva in casa per cercare di mantenersi in forma
Rowing. Il tecno-vogatore si regge su un filo. Così è fatto il row. Visto da lontano, può sembrare un semplice vogatore, come quello che qualche anno fa si teneva in casa per cercare di mantenersi in forma. Ma in realtà ne è solo un lontano parente. Il «row» (questo cyber-vogatore si chiama così) ha il telaio fatto di tubi in acciaio tra i quali è montato un binario su cui scorre il carrello con il seggiolino. I piedi poggiano su una pedana in legno fissata all’estremità. A sostituire il remo c’è una specie di manubrio, collegato tramite un filo a una sorta di ventola: facendo su e giù con il carrello, il filo si riavvolge (o si srotola), assecondando i movimenti. La possibilità di regolare la resistenza del filo riproduce la resistenza (più o meno forte) dell’acqua.