Il VenerdÏ 19/4/2002, 19 aprile 2002
«Era il 1965, avevo passato un anno a Parigi, cercando di seguire i corsi di filosofia alla Sorbona
«Era il 1965, avevo passato un anno a Parigi, cercando di seguire i corsi di filosofia alla Sorbona. Ero un "auditeur libre", che giuridicamente non significa nulla, ma che faceva fine dire a casa. Lavavo i piatti alla Città Universitaria e seguivo qualche lezione di Jankélévic, nella mia abissale ignoranza. Venne il momento di tornare a casa e nei ranghi. Andando alla Gare de Lyon, mi fermai a una bancarella per comprare un libro da leggere in treno. Comprai in traduzione francese un libretto di un autore che si chiamava Pessoa, un portoghese morto nel 1935, un perfetto sconosciuto. Lo comprai per due motivi: perché per essere un poemetto aveva un titolo davvero strano, "Bureau de Tabac", "Tabaccheria", e poi perché era quello che costava di meno. Lo lessi in treno e mi si aprirono orizzonti: la scuola mi aveva abituato a coccole aulenti, cipressetti miei e cavalline storne, che credo siano ancora in auge» (Antonio Tabucchi, scrittore).