di Marxiano Melotti - Macchina del tempo anno 3 n.5 maggio 2002, 5 maggio 2002
«Non era fatta per filare la lana e tenere un focolare: sdegnosa nel dominare un semplice cittadino, voleva dominare un dominatore»
«Non era fatta per filare la lana e tenere un focolare: sdegnosa nel dominare un semplice cittadino, voleva dominare un dominatore». Questa frase, con cui Plutarco definisce Fulvia, l’intrigante moglie di Marco Antonio, vale, a tanta maggior ragione, per la sua ambiziosa amante, Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto, di cui il condottiero romano s’innamorò perdutamente. Lana e focolare identificavano nell’immaginario antico lo spazio esistenziale della donna, che doveva accontentarsi di una tranquilla vita domestica. Guerra e politica erano questioni da uomini. Per lo stesso principio anche il piacere sessuale era questione eminentemente maschile. La donna, in tale ottica, era uno strumento che permetteva il raggiungimento del piacere e, in una prospettiva politica, permetteva, col matrimonio e la nascita di eredi, di stringere buone alleanze tra famiglie e trasmettere il patrimonio alla generazione successiva. Ovviamente però questo era solo un modello ideale, cui non tutte le donne si conformavano. Chi aveva la fortuna di disporre di un buon patrimonio poteva tentare di crearsi un’esistenza più attiva e interessante, anche se magari non ben vista dai tradizionalisti.