di Marxiano Melotti - Macchina del tempo anno 3 n.5 maggio 2002, 5 maggio 2002
Semidea o concubina? Ottaviano usò l’amore di Antonio per Cleopatra come una potentissima arma di comunicazione di massa per distruggere la credibilità del concorrente
Semidea o concubina? Ottaviano usò l’amore di Antonio per Cleopatra come una potentissima arma di comunicazione di massa per distruggere la credibilità del concorrente. Cleopatra venne dipinta come una lasciva regina orientale che aveva soggiogato, quasi come una maga, una novella Circe, un ingenuo, ma ambizioso generale romano. La virilità, immagine fondamentale nel sistema simbolico romano, sembrava irrisa da una concubina. L’immagine della dotta regina, esperta di lingue e di scienze, si trasformò così in quella di una ”puttana insoddisfabile”, esperta tutt’al più - l’ironia è facile - di opere di ginecologia. Certo la coppia non fece nulla per farsi amare dai romani: Cleopatra-Iside si presentava come una nuova Afrodite, compagna di Antonio, nuovo Dioniso; Antonio proclamò i due gemelli avuti da Cleopatra, Cleopatra ”Luna” e Alessandro ”Sole”, sovrani di terre che aveva sottomesso come generale di Roma. Anche nell’iconografia assistiamo a un interessante cambiamento: in un bronzetto appare Cleopatra-Iside che allatta Cesarione-Horus. Il ragazzo è però presentato in piedi, mentre sugge il seno della madre. Il bambino, nella raffigurazione artistica, diventa adulto, quasi per riaffermare con maggior forza le sue prerogative di erede di Cesare. D’altra parte la raffigurazione del giovane appare carica di un’ambiguità che accompagna Cleopatra: il figlio ha l’appellativo ufficiale di ”amante della madre”, espressione che aveva un diverso significato culturale in Egitto e a Roma. Cleopatra insomma continuava a difendere il sistema culturale su cui poggiava il suo potere politico, mentre Antonio stava costruendo per sé quel regno ”orientale” che Cesare non era riuscito a creare e, assumendo le valenze simboliche delle monarchie orientali, di fatto spregiava il sistema culturale tradizionale romano.