Mario Giampaoli - Macchina del tempo anno 3 n.5 maggio 2002, 5 maggio 2002
A tratti vengono in mente certe scene dei film di Fritz Lang, l’inventore di terrificanti futuri: il rigore, l’ordine, la simmetria possono nascondere un’incredibile violenza e Lang lo sapeva
A tratti vengono in mente certe scene dei film di Fritz Lang, l’inventore di terrificanti futuri: il rigore, l’ordine, la simmetria possono nascondere un’incredibile violenza e Lang lo sapeva. "Guardiamo il mondo andare in rovina", gridava (ma erano ancora i tempi del muto) il robot con le sembianze di Brigitte Helm, ubriacando di follìa un gruppo di privilegiati in abito da sera, nella scena madre di Metropolis. Il film si svolge in un immaginario, orrendo XXI secolo, che per noi è già ieri, ma potrebbe ancora essere domani. Leni non copiava, però assorbiva tutto quello che le sembrava grandioso. Aveva la sensazione d’essere eterna, e ’quando si ha la giovinezza - come affermano i francesi - è per sempre’. Invece non dura, ma basta fare in modo che l’età successiva somigli ancora alla giovinezza, per la forza con cui si può riuscire a viverla. Mai desistere.