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 2002  maggio 05 Domenica calendario

Che cos’è un luccio robot? Certo non è un pesce da cucinare al cartoccio. nato nei laboratori di ricerca del famoso Mit, l’Istituto di Tecnologia del Massachusetts, per permetterci - forse - di rubargli il brevetto della sua navigazione rapida

Che cos’è un luccio robot? Certo non è un pesce da cucinare al cartoccio. nato nei laboratori di ricerca del famoso Mit, l’Istituto di Tecnologia del Massachusetts, per permetterci - forse - di rubargli il brevetto della sua navigazione rapida. Il problema che gli scienziati cercano di risolvere è questo: come mai i pesci nuotano molto più velocemente di quanto la loro potenza muscolare dovrebbe consentire? Anche dei calabroni si è detta pressappoco la stessa cosa: fatti i conti, ossia visto il rapporto del peso con la portanza delle ali, il calabrone non dovrebbe assolutamente volare. Lui però non lo sa e vola lo stesso. Come fare a scoprire i loro segreti? La risposta non servirebbe solo ad appagare la nostra curiosità, ma potrebbe fornire agli ingegneri navali elementi per progettare scafi più efficienti di quelli che abbiamo. Se riuscissimo a fabbricare carene capaci di ridurre gli attriti, «diventeremmo tutti molto più ricchi» sostengono gli esperti. Così i ricercatori del Mit di Boston hanno puntato gli occhi sul luccio di fiume, un pesce particolarmente agile e veloce. Ne hanno fabbricato uno finto, lungo un’ottantina di centimetri, con la testa rigida e lo scheletro in vetroresina, che essendo fatto a spirale ha una notevole elasticità. Ne è venuto fuori un robot resistente e flessibile che può fare tutti i movimenti e i guizzi tipici del nuoto dei pesci. Il luccio, come tutti i suoi affini, avanza spingendosi con ondulazioni laterali della pinna caudale, e questo, nel modello, si è ottenuto con un servomotore che invia gli impulsi per mezzo di un cavetto di tungsteno, o wolframio (un metallo usato anche per i filamenti delle lampadine elettriche), collegato alla ”spina dorsale”. Altri due servomotori comandano le pinne pettorali per ottenere l’effetto timone. Il peso è regolato in modo da far nuotare il pesce sotto il pelo dell’acqua. I primi esperimenti, in una piscina da centomila metri cubi, hanno mostrato che il robo-luccio è in grado di nuotare velocemente e di compiere evoluzioni più che soddisfacenti. A questo punto i ricercatori hanno affrontato il problema della sua ”pelle”, e l’hanno fabbricata in tessuto di lycra teso su una reticella d’acciaio. Dopo tutto questo lavoro gli esperti sperano di avere finalmente trovato una via per rispondere alla domanda da cui sono partiti, il paradosso di Gray: «perché i pesci nuotano così rapidamente mentre in teoria non potrebbero, dato che il loro apparato muscolare non ha la forza necessaria?». La soluzione dell’enigma, secondo loro, è nello studio – difficile ma possibile – del rapporto tra il nuoto del luccio e il movimento dei microflussi d’acqua attorno al suo corpo. «Una risposta» ha detto sospirando il capo del gruppo di ricerca «che l’evoluzione conosce da chissà quanti milioni di anni».