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 2002  maggio 05 Domenica calendario

Da quando è nato Hussain Bisad non ha mai smesso di crescere. Oggi ha 27 anni e con i suoi 232 centimetri di altezza, 209 chilogrammi di peso e le mani più grandi del mondo, è un vero e proprio gigante da record che potrebbe presto entrare nel Guinness dei primati

Da quando è nato Hussain Bisad non ha mai smesso di crescere. Oggi ha 27 anni e con i suoi 232 centimetri di altezza, 209 chilogrammi di peso e le mani più grandi del mondo, è un vero e proprio gigante da record che potrebbe presto entrare nel Guinness dei primati. Roba da far impallidire i maschi italiani, che secondo l’ultimo rapporto Eurostat, emesso dall’ufficio statistico della Commissione Europea, detengono il primato dei più tappi d’Europa: 175 centimetri di statura media (contro i 182 centimetri degli olandesi, che si sono aggiudicati il titolo dei più spilungoni). Non scoraggiamoci però: la statura degli abitanti della Penisola, di appena 167 centimetri nel 1931, ha fatto grandi progressi ed è in continuo aumento. Merito soprattutto dei più bassi, quelli sotto al metro e settanta per intenderci, che se rappresentavano il 49,6 percento dei cittadini tra il 1930 ed il 1950, sono scesi al 27 per cento nel periodo che va dal 1970 al 1990. Questi dati provano che la statura ha una fortissima componente ereditaria, ma ne sottolineano anche la sensibilità ai fattori ambientali, primi fra tutti l’alimentazione e le condizioni di vita come igiene, accesso alle medicine ed all’assistenza sanitaria. ll notevole incremento della statura media che si è verificato negli ultimi cento anni in tutti i paesi industrializzati ha messo in evidenza l’importanza dell’alimentazione perchè tutte le caratteristiche contenute nel DNA dei nostri geni si esprimano appieno. Non a caso la statura è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità «un parametro indicativo dello stato nutrizionale di una popolazione». Le maggiori dimensioni corporee sono spesso identificate con una maggiore prestanza fisica, ma la verità è che alti e bassi sono anche il risultato dell’evoluzione di migliaia di anni delle popolazioni da cui discendiamo. I popoli provenienti da regioni calde sono tipicamente più alti perchè a parità di volume, un fisico più allungato assicura una migliore dispersione del calore: una caratteristica molto importante per mantenere bassa la temperatura corporea senza aumentare il consumo di acqua. Chi vive in mezzo al ghiaccio, come gli esquimesi, è invece avvantaggiato da una corporatura piccola e tozza che resta calda senza un eccessivo dispendio di energie. Non è quindi un caso se gli uomini più alti del mondo provengono spesso dal continente africano: l’attuale detentore del record è Radhouane Charbib, un tunisino di 2 metri e 35 centimetri. Nel caso di Hussain Bisad, cittadino somalo rifugiato a Londra, la fenomenale altezza è però ben più che un adattamento ambientale. A parte gli ovvi inconvenienti di dover fare cinque pasti al giorno, aver bisogno di un letto lungo tre metri e di vestiti e scarpe su misura, questa statura esagerata, può presentare dei problemi molto seri. La statura umana è regolata dall’ormone della crescita (GH o growth hormone) prodotto fino alla fine dell’adolescenza dall’ipofisi, una ghiandola situata alla base del nostro cervello. In alcuni casi, spesso a causa di un microtumore, l’ipofisi continua a produrre l’ormone anche dopo la fine del normale periodo di crescita, e la statura continua ad aumentare. Alti non significa però belli e forti: gli individui affetti da gigantismo ipofisario si sviluppano sì in maniera proporzionata, ma i loro muscoli, sottoposti a sforzi enormi per muovere dei corpi così grandi, si indeboliscono presto. Come se non bastasse vivono meno perché la continua produzione di ormone della crescita indebolisce il loro sistema immunitario, rendendoli più suscettibili alle malattie. La medicina perfortuna aiuta: con interventi chirurgici o con appositi farmaci si può fermare l’attività della ghiandola ipofisaria. In fondo è meglio un po’ più bassi e longevi, che giganti con i giorni contati.