Liana Spazzafumo Ricercatrice INRCA (Istituto nazionale di riposo e cura anziani) Macchina del tempo anno 3 n.5 maggio 2002, 5 maggio 2002
Quanto si può vivere nella società attuale? Le stime suggeriscono fino a 120 anni: l’essere umano più longevo è una donna francese morta tre anni fa all’età di 127 anni
Quanto si può vivere nella società attuale? Le stime suggeriscono fino a 120 anni: l’essere umano più longevo è una donna francese morta tre anni fa all’età di 127 anni. I più fortunati sono i paesi a sviluppo avanzato: anche se rappresentano solo il 23% della popolazione mondiale, comprendono il 42% (206,5 milioni su 489,3) degli ultra60enni e il 59% (31,3 milioni su 52,9) degli ultra80enni. La longevità dipende da fattori genetici e ambientali. Da questo punto di vista, la popolazione si può dividere in ”meno” e ”più fragile”. Nel pianeta, i meno fragili stanno aumentando e arrivano più facilmente a 80 anni, sia per il miglioramento delle condizioni di vita sia per l’aumento delle cure per le malattie della terza età (cardiovascolari, diabete, cancro). Anche in Italia, tra il 1861 e il 2000, l’età massima è passata da 100 a 108 anni. In particolare, a partire dalla fine degli ultimi anni Sessanta, quando vaccini, antibiotici e igiene si sono diffusi, la vita media si è allungata, superando i 74 anni per gli uomini e gli 81 per le donne. Fra gli anziani, poi, il numero dei più vecchi, cioè di coloro con più di 80-90 anni, cresce rapidamente. In conclusione si può ipotizzare che il limite di 120 anni non sia tassativo e probabilmente, in futuro, verrà anche superato, e sempre più persone raggiungeranno i cento anni. Sotto il profilo demografico è difficile immaginare a quale trasformazione assisteremo, visto che le proiezioni vedono la popolazione mondiale arrivare a 8 miliardi di persone alla metà di questo secolo.