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 2002  maggio 05 Domenica calendario

Cibo e longevità. Un binomio tutt’altro che trascurabile. L’alimentazione, infatti, incide sulla salute e quindi sulla durata della vita

Cibo e longevità. Un binomio tutt’altro che trascurabile. L’alimentazione, infatti, incide sulla salute e quindi sulla durata della vita. Mangiare bene vuol dire stare attenti alla qualità e alla quantità del cibo. Riguardo alla qualità, non vi è dubbio che la dieta migliore sia la mediterranea, ricca di legumi, cereali, vegetali, pesce e olio d’oliva, alimenti che garantiscono un’alta assunzione di vitamina C, tocoferoli, b-carotene, vari oligoelementi, polifenoli e antocianine, nonché di fibra. Tutte sostanze che proteggono da malattie cardiovascolari e da tumori, le cause principali di mortalità nei paesi occidentali. La dieta mediterranea, infatti, può ridurre l’apporto di colesterolo serico del 10%,,diminuendo così il rischio di problemi a danno delle coronarie del 39% in un individuo di 50 anni, del 27% in uno di 60 anni e del 20% in uno di 70 anni. Secondo un recente studio italiano, la stessa dieta abbassa poi la probabilità di tumori a tratto digestivo, bocca, faringe, esofago e mammella. Ostacola infatti le alterazioni a livello del Dna, che inducono la trasformazione di cellule sane in tumorali. Nel 1992 è stata pubblicata dal Dipartimento dell’Agricoltura americano la cosiddetta piramide degli alimenti, che riassume in pratica la dieta mediterranea. Al vertice ci sono grassi e zuccheri semplici; al secondo livello, carne, pesce, legumi secchi, uova latte, formaggi, noci e frutta secca. Al terzo, frutta e vegetali, e alla base, pane, cereali, riso, pasta. Più gli alimenti si trovano in basso, più frequentemente andrebbero mangiati per vivere meglio e più a lungo. Una dieta corretta deve poi badare alla quantità del cibo, perché mangiare più del necessario causa un accumulo di grassi a cui si associano spesso malattie che riducono la durata della vita o ne abbassano la qualità: dai problemi cardiovascolari, all’ipertensione, al diabete non-insulino dipendente, ad alcuni tumori, alle malattie osteo-articolari, all’apnea notturna. L’essere o no in sovrappeso o obeso può essere facilmente accertato attraverso un semplice calcolo che determina il BMI (indice di massa corporea): Peso corporeo in Kg : (Altezza in metri)2 Nel caso di una persona di 85 Kg, alta 1,78, si divide 85 per il prodotto dell’altezza (1,78)2 = 3,16 e si ottiene un BMI di 26,8. In generale, si considera in sovrappeso chi ha un BMI fino a 29,9 e obeso chi ha un BMI superiore a 30. Carlo Pieri direttore centro citologia NRCA (Istituto nazionale di riposo e cura anziani)