23 aprile 2002
Radici Fausto, di anni 49. Bergamasco, discendente della dinastia di industriali tessili, il nome scelto dal padre in onore di Coppi, senza un occhio dall’età di tre anni, ciononostante campione di sci negli anni Settanta
Radici Fausto, di anni 49. Bergamasco, discendente della dinastia di industriali tessili, il nome scelto dal padre in onore di Coppi, senza un occhio dall’età di tre anni, ciononostante campione di sci negli anni Settanta. Curioso, tenace, per niente figlio di papà, definito ”uno che non mollava mai” dagli amici Piero Gros e Gustav Thoeni, sui campi aveva il soprannome di ”cittadino” perché era educato, timido e miliardario. Nel ’78 smise di venir giù per le piste e andò a lavorare con successo nell’impero di famiglia. Dal ’96 era capo della divisione nylon. Sposato con Matous Elena, anche lei ex campionessa di sci, due figli. Esperto d’arte contemporanea, riempiva di quadri case e fabbriche. Verso le 15.30 di sabato 13 chiese alla moglie se voleva fare una passeggiata con lui sul Monte Croce, sapendo che gli avrebbe detto di no. Scarponcini ai piedi, senza cellulare, si allontanò dalla villa di Leffe, Bergamo, a bordo della sua Audi. Arrivò fino a Peia, proseguì a piedi fino allo chalet di famiglia, ”La stalletta”. Si chiuse nella legnaia e si sparò alla tempia destra.