Adnkronos 23/4/2002, 23 aprile 2002
In una lettera del 3 ottobre 1899 da Castelvecchio, le lamentele di Giovanni Pascoli, disturbato dagli schiamazzi dei contadini che ballavano fino a tarda notte in casa della vicina, «signora Clemente vedova Bartolini»: «Ella raccoglie in questa casa, a muro a muro con le nostre camere da letto tutti i contadini di Caproni e Castelvecchio a ballare
In una lettera del 3 ottobre 1899 da Castelvecchio, le lamentele di Giovanni Pascoli, disturbato dagli schiamazzi dei contadini che ballavano fino a tarda notte in casa della vicina, «signora Clemente vedova Bartolini»: «Ella raccoglie in questa casa, a muro a muro con le nostre camere da letto tutti i contadini di Caproni e Castelvecchio a ballare. Ieri sera erano passate le 11 e ballavano ancora con strazio degli orecchi e anche dei muri, a suon di clarino e di trombone. Avendo fatto io una rimostranza dalla finestra, essa non se ne diede per intesa. E fecero ancora tre balli. Quando io spazientito non potendo riposare dopo il mio giorno laborioso, avendo anche la sorella sofferente, scesi giù e in persona reclamai il mio diritto di dormire. A stento, e con brontolii e mormorazioni, quelle genti se ne andarono» (la lettera era indirizzata alla padrona di casa, Maria Cardosi Carrara).