Isabella Lattes Coiffman, "La Stampa" 24/4/2002, 24 aprile 2002
L’idra o polipo d’acqua dolce, animaletto acquatico della famiglia dei Celenterati, di forma tubolare, la bocca all’estremità superiore, circondata da una corona di tentacoli
L’idra o polipo d’acqua dolce, animaletto acquatico della famiglia dei Celenterati, di forma tubolare, la bocca all’estremità superiore, circondata da una corona di tentacoli. Si riproduce di solito per gemmazione (sul suo corpo si formano tante piccole gemme che a un certo momento si staccano e danno origine ad altrettante idre figlie). Quando però le condizioni ambientali sono sfavorevoli, ad esempio se il cibo è scarso, l’idra si può riprodurre anche per via sessuale: nella parte superiore del corpo si originano protuberanze entro cui si formano gli spermatozoi, nella parte inferiore altre protuberanze che ospitano gli ovociti. Gli spermatozoi e le uova prodotte dagli ovociti vengono rilasciati nell’acqua, dove la fecondazione avviene spontaneamente. Nella mitologia greca l’idra era un mostro a nove teste che per ogni testa mozzata ne generava due. Più di duecento anni fa, lo studioso svizzero Abraham Trembley, studiando il comportamento dei polipi d’acqua dolce, aveva scoperto che, se ne tagliava uno in due parti, entrambe continuavano a vivere (il frammento superiore formava una nuova base, la parte inferiore dava origine a una nuova corona di tentacoli). Oggi è noto che tagliando un’idra in duecento pezzetti, ciascuno del diametro di 0,2 millimetri, si sviluppano duecento nuove idre. «Una simile straordinaria facoltà di rigenerazione è propria delle creature "inferiori" molto semplici nelle quali non esistono ancora un sistema nervoso centrale e un cervello. Le loro cellule sono, come si dice, "totipotenti", hanno cioè la potenzialità di trasformarsi in cellule epidermiche o muscolari o di qualsivoglia altra natura».