26 aprile 2002
Tags : Michele Landi
Landi Michele
• Pisa 23 febbraio 1965, trovato impiccato nel soggiorno di casa (suicidio? Omicidio?), in via della Lucera a Montecelio di Guidonia (Roma), il 5 aprile 2002. Aveva iniziato ad occuparsi di Information Technology nel 1983. Direttore di alcune testate nel settore informatico, come ”Micro & Personal Computer” e ”Internet@World”, era anche docente presso diverse scuole di formazione. Era responsabile della Divisione Information Technology di Luiss Management ed a capo di uno dei più grandi centri di formazione IT nazionali.Aveva svolto attività di consulente tecnico in varie indagini delle Procure di Roma e Palermo. Collaborò nelle indagini sugli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. Entrò nella vicenda dell’omicidio di Massimo D’Antona in qualità di consulente informatico nominato da Alessandro Geri, il giovane indagato dalla procura di Roma in quanto sospettato di essere stato il telefonista che, il 19 maggio del ’99, rivendicò l’attentato di via Salaria con telefonate a due quotidiani. Landi fu incaricato dall’avvocato Rosalba Valori, difensore di Geri, di prendere parte alla consulenza disposta dal pool antiterrorismo della capitale sul computer e sul contenuto di circa 200 tra cd e floppy disk sequestrati nell’abitazione dell’indagato. «’Michele era un uomo che divorava la vita. Un ottimista, di quelle persone che ti travolgono con le cose da fare e da pensare”. Paolo Corciulo, editore, ha incontrato per l’ultima volta Michele Landi il mercoledì prima della morte, ”e anche allora mi aveva stordito con le sue mille idee. Avevamo fatto tanti programmi per il futuro. Ci eravamo dati appuntamento: dovevamo incontrare un giornalista del Sole 24 Ore per un’iniziativa editoriale”. Difficile immaginare che un amico così abbia potuto stringersi una corda al collo. Scuotono la testa perplessi tutti quelli che lo conoscevano bene: Michele non avrebbe mai fatto una cosa simile. ”Mi raccomando, facciamo cose. Inventiamoci qualcos’altro”, era il tormentone di Michele quando incontrava gli amici. Chiacchierone, superattivo, con tante di quelle passioni che si faticava a stargli dietro. Amava il suo lavoro con i computer e non solo. Era un velista, un sub, si lanciava con il paracadute, gli piaceva il brivido del parapendio. Era anche un escursionista, s’arrampicava sulle pareti rocciose, collezionava modellini e aveva anche fatto il volontario della protezione civile. Nella sua casetta, una cinquantina di metri quadrati in affitto, che guardava la valle e nella sua vita un po’ disordinata c’era spazio per tutto, comprese le serate al pub con gli amici, all’Eur o a Trastevere. ”Depresso? Quasi mai”, Loredana, la sua ex fidanzata ricorda appena le poche volte che l’ha visto con la faccia scura. ”Quando s’intristiva, gli passava subito e poi faceva delle facce strane, da fumetto. Era un allegrone”. La storia d’amore era finita ormai da cinque anni, ”ma eravamo rimasti amici, legati come due fratelli”. Quando Michele, stanco della città, s’era innamorato del borgo di Montecelio, aveva chiesto a Loredana d’accompagnarlo per mostrarle la casa di via Lucera. ”Voi non immaginate nemmeno cosa sono venuto a sapere. So dei segreti incredibili su Ustica che solo a raccontarli...”, ma gli amici non gli credevano poi così tanto quando Michele lasciava intravedere gli intrighi in cui s’era imbattuto col suo lavoro da informatico. E dire che di casi scottanti tra le mani ne aveva avuti diversi. Consulenze con la Procura di Roma e Palermo, collaborazioni con la Criminalpol, fino al coinvolgimento nelle indagini sull’omicidio D’Antona. Era stato nominato consulente informatico da Alessandro Geri, il giovane sospettato d’essere stato il telefonista che ha rivendicato l’attentato di via Salaria. Vissuto tra Marino, Ciampino e l’Eur, aveva cominciato a occuparsi d’informatica quando era ancora uno studente del liceo scientifico ”Majorana”. Qualche esame alla facoltà di Ingegneria di Tor Vergata, e poi tantissimi corsi di computer. Ex ufficiale di Artiglieria, nel ’91 si è cimentato anche con il giornalismo fino a diventare direttore di ”Micro & Personal Computer”. ”Quell’esperienza finì male - ricorda Paolo Corciulo che in quegli anni lavorava con lui - eravamo giovanissimi, fu per tutti noi una delusione. Eppure nemmeno allora Michele si era depresso”. Docente presso diverse scuole di formazione, responsabile della Division Information Technology della Luiss, consulente di emittenti televisive digitali, ha tenuto seminari e convegni su Internet. Eppure tutto questo lavoro non gli portava grandi guadagni. ” che lui non s’occupava degli aspetti pratici della sua attività - racconta l’ex fidanzata - così spesso si trovava senza soldi. capitato anche mi abbia chiesto un prestito”. Andava sempre di fretta, ben vestito e con la borsa da lavoro in mano, ricordano i vicini di casa, Andrea Rosati e Daniela Liguori. ”Non aveva orari, tornava a casa a notte fonda e accendeva la stereo. Qualche volta usciva la mattina presto, qualche altra dopo pranzo”. Posteggiava la sua moto, una Honda Transalp 600, in fondo a via Lucera e saliva a piedi le scale del borgo. Da qualche giorno, dopo un incidente con la moto, era costretto a portare un tutore alla caviglia» (’Il Messaggero” 6/4/2002).