Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  aprile 26 Venerdì calendario

Leakey Richard

• . Nato a Nairobi (Kenya) il 19 dicembre 1944. « Un grande scienziato ma, nel suo paese, per molte persone è un eroe. Le sue battaglie per la difesa della natura e dei grandi animali africani contro bracconieri senza scrupoli, organizzati in sanguinarie bande armate, hanno fatto epoca. Appartiene a una vera e propria Famiglia Reale (culturale, beninteso) del Kenya. figlio di Louis e Mary Leakey, mitici pionieri della paleoantropologia e autori di scoperte rivoluzionarie sul raggiungimento della stazione eretta da parte degli ominidi. Una coppia leggendaria. Ma anche lui, per tante ragioni, è ormai una leggenda vivente. Alla sua prima spedizione, nel ’69, con la moglie Meave ritrovò un cranio di Australopithecus boisei perfettamente integro, datato un milione e 750 mila anni fa. Nel 1984 scoprì sulle rive del lago Turkana il primo scheletro completo di un essere umano, un ragazzo di appena nove anni, vissuto un milione e mezzo di anni fa. ”Un esempio”, commentò lo scienziato con il suo abituale sense of humour, ”della straordinaria fortuna dei Leakey, che non ci ha mai abbandonato”. Saggista apprezzatissimo (tra i suoi libri più noti Il lungo viaggio dell’uomo, Le origini dell’uomo e Le origini dell’umanità), dopo essere stato alla guida del Museo nazionale di Nairobi, ha diretto per un quinquennio con coraggio e determinazione il Dipartimento per la conservazione delle risorse naturali del Kenya, abbandonandolo nel ’94 dopo un terribile incidente aereo. Sopravvissuto a diversi attentati, è riuscito a salvarsi miracolosamente anche in quell’occasione pagando un prezzo altissimo: la perdita di entrambe le gambe, sostituite da due provvidenziali protesi. ancora un enigma, quell’episodio: fu davvero un incidente o non fu, piuttosto, un attentato? Lo scienziato kenyota lo racconta in ogni particolare per la prima volta nel suo nuovo libro La natura in pericolo (Baldini&Castoldi, 373 pagine, 18,60 euro) in cui ripercorre il cammino della lotta per la salvaguardia della fauna africana, culminata in gesti clamorosi come il rogo, nel 1989, di tonnellate di zanne sequestrate ai bracconieri. Adesso, personaggio molto amato dal popolo ma odiato da alcuni gruppi di potere, collabora direttamente con il presidente kenyota Moi, come segretario permanente e responsabile di un ”comitato informale” per le riforme. Le durissime prove affrontate negli ultimi anni non lo hanno affatto piegato, anzi. Fisico imponente, alto un metro e novanta, con un volto da star hollywoodiana un po’ appesantito dagli anni, è più che mai determinato a portare avanti le battaglie in favore dei suoi amici elefanti, ma non solo. Scrive, a conclusione, de La natura in pericolo: ”Gli elefanti e le loro famiglie, madri, zie e cuccioli giocherelloni sembrano ora lontani, ma nessuno li ha dimenticati. Ogni passo avanti che io e i miei colleghi riusciamo a fare sulla strada della democrazia e della prosperità è un contributo per la difesa degli elefanti. Un governo responsabile, che ascolta i cittadini e rispetta le loro esigenze, è l’unica soluzione perché gli elefanti, la natura, i parchi e l’intero paese possano sopravvivere”» (Massimo Di Forti, ”Il Messaggero” 3/4/2002).