Varie, 26 aprile 2002
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Rufin JeanChristophe
• Bourges (Francia) 28 giugno 1952. Scrittore • «Premio Goncourt dell´anno con Rouge Brésil, è uno dei fondatori di ”Medici senza frontiere”. Per l’organizzazione umanitaria nata nel Sessantotto francese, è stato in Eritrea e in Etiopia: Khartoum, i viaggi in bus attraverso posti di blocco, i nascondigli nelle case sudanesi, l’ospedale in cui si operava di notte: il giorno, a braccia conserte, per non farsi reperire dagli aerei di ricognizione; bambini che avevano conosciuto solo la notte. Poi il Nicaragua, nel mezzo di una rivoluzione; e la Guinea equatoriale, il Sudan, la Cambogia, le Filippine. Ma è dalla prima esperienza che nasce il corposo romanzo d’esordio, L’Abissino (Gallimard, 1997; in Italia Baldini & Castoldi): le avventure di un giovane medico del Pascià d’Egitto inviato a convertire il Negus in Eritrea e a incontrare poi il re di Francia a Versailles. Storia vera e romanzo feuilleton trascinante, sorretto da un’implacabile dottrina delle fonti d’epoca: Rufin è anche professore universitario all’Institut des Sciences Politiques; ha lavorato per l’Onu, è stato consigliere di Stato per i Diritti dell’uomo: ”Faccio molte cose, in modo suicida”» (Daria Galateria, ”la Repubblica” 10/4/2002). «[...] ”Sono entrato in Eritrea da clandestino, nascosto nel retro di un camion, che procedeva a sobbalzi per una strada sterrata, alla luce della luna. Operavamo anche, di notte; chirurgia di guerra senza mezzi”. il 1977, la prima missione di Jean-Christophe Rufin con Medici senza frontiere; la Croce rossa chiedeva le autorizzazioni, e perdeva tempo, loro erano fuorilegge, e arrivavano prima. ”L’Eritrea è stata per me l’altrove. Dopo sono stato in Nicaragua, in Afghanistan, in Rwanda, nei Balcani. Ma l´altrove è sempre uno solo; non ci sono gli altrove. Tra quelli che lavorano qui con me ce ne sono che vogliono tornare sempre in Cina o in Afghanistan; quello è il loro altrove. Per me, è l’Eritrea”. [...] il più mediatico degli umanitari: pioniere di Medici senza frontiere, il ”D’Artagnan in elicottero”, come lo ha definito ”The Independent”; medico, consulente politico e soprattutto grande scrittore, premio Goncourt 2001 con Rosso Brasile.[...] nella prima, bellissima Biografia di Msf [...] Anne Valleys lo descrive a fronteggiare una tempestosa assemblea dopo aver denunciato su ”Libération” (11 febbraio 1980) i contatti di Msf con l’International rescue committee, antenna umanitaria della Cia; l’associazione, aveva scritto, era servita da copertura al Dipartimento di Stato americano. Rufin ritrattò, ma se ne andò sbattendo la porta. Questo non gli ha impedito di essere, dal 1990, vice-presidente di Msf [...] Ha [...] scritto saggi atroci sulla Trappola umanitaria (1992) e sull’Economia delle guerre civili (1996): i soccorsi umanitari, foraggiando le guerriglie, e sfruttati da governi dispotici, prolungano di fatto le guerre; ma i civili, e i rifugiati, vanno soccorsi. [...]» (Daria Galateria, ”la Repubblica” 20/3/2005).