Varie, 26 aprile 2002
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Stoppard Tom
• (Tomas Straussler) Zlin (Repubblica Ceca) 3 luglio 1937. Drammaturgo. Ha vissuto a Singapore e a Bristol, in Gran Bretagna. A Londra diventa giornalista e critico teatrale e scrive sceneggiature radiofoniche. autore di lavori originali che sviluppano temi del teatro dell’assurdo, mescolando i generi e le forme tradizionali. Sue opere principali: Rosencrantz e Guildenstern sono morti, con il quale vince il Tony Award, The Real Thing, Hapgood, Arcadia. Come sceneggiatore cinematografico firma, tra l’altro, Brazil (’liberal” 4/2/1999). «Uno dei più grandi drammaturghi di lingua inglese: i suoi testi sono tradotti e rappresentati in tutto il mondo» (’L’Espresso” 14/10/1999). «Sono abbastanza distaccato, oggettivo nei confronti delle mie opere. Tendo piuttosto a vedere i difetti, cerco di capire quando non sono soddisfatto e questa abitudine la estendo anche ai miei figli. Per le mie opere non è tanto questione di dettagli, sono qualcosa di più astratto questi difetti e hanno a che fare con l’equilibrio tra le varie parti di un’opera, spesso con l’essere troppo esplicito, spiegare troppo o troppo poco. E questo perché il teatro è un evento, un accadimento, così quando parlo di difetti, non sono necessariamente dentro il testo, non in ogni messinscena; alcune regie mettono in evidenza un’area del testo, altre meno. Quello che è interessante e gratificante nel teatro non sono solo le occasioni di parola: il teatro ha una natura diversa. per questo che cerco di scrivere opere a tutto tondo, che non abbiano difetti... [...] invento le commedie man mano che vado avanti, il lavoro non consiste nel mettere per iscritto quello che già conosci, ma nello scoprire quello che non sai [...] Il giornalismo mi ha divertito, mi è stato utile, se non altro nel farmi esercitare a scrivere e a consegnare in un certo tempo. Il teatro è stato un modo di scappar via dal giornalismo, come uno che scende da un autobus e ne prende un altro [...] nel complesso penso solo di essere molto fortunato. Sono entrato nel mondo del teatro nel momento in cui si dava il benvenuto ai giovani scrittori e, in generale, penso di essere troppo fortunato per avere rimpianti. E nella vita, oddio, la vita di ognuno è una serie di accidenti del fato: uno magari fa anche qualche scelta folle, ma poi questa è pur sempre vita» (Rita Cirio, ”L’Espresso” 14/10/1999).