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 2002  aprile 26 Venerdì calendario

Thornton Billy

• Bob Hot Springs (Stati Uniti) 4 agosto 1955. Attore. Regista. Musicista. Ex marito di Angelina Jolie • «Il genio per la recitazione di questo attore multiforme è ancora parzialmente oscurato dalle sue storie di cuore (la melodrammatica relazione con Angelina Jolie [...]), e dalla leggenda delle sue numerose fobie che lo costringono a complicati calcoli numerici e strategie geometriche anche quando, ad esempio, si siede sul divano [...] ”Sono un nevrotico più o meno funzionale”, confessa Thornton con quel suo sorriso triste: ”Cedo alle mie piccole manie perché in qualche modo forniscono l’intelaiatura che fa stare in piedi questa fragile baracca. Ma non è divertente vivere così, anzi, fa schifo”. Per essere così nevrotico, bisogna dire che Thornton lavora davvero moltissimo. [...] Cresciuto in semipovertà in Arkansas, lo Stato di Bill Clinton, suo amico, prima di tentare la strada della recitazione Thornton aveva cercato di sfondare come giocatore di baseball e musicista. A Los Angeles visse a lungo in anonimato e senza soldi, prima di farsi notare col thriller indipendente One False Move (suo il copione). divenuto famoso nel 1996 vincendo l’Oscar per la sceneggiatura di Sling Blade, storia di un ritardato ben intenzionato incapace di evitare guai, da lui scritta, diretta e interpretata. Tra i suoi film più conosciuti ci sono U Turn e Armageddon, usciti insieme nel ”98, che hanno fatto conoscere al pubblico europeo tutto il suo fascino e la bravura, e poi L’uomo che non c’era e Intolerable Cruelty dei fratelli Coen, Monster’s Ball [...] ero un bambino molto insicuro. L’insicurezza di chi viene al mondo senza un padre amorevole e che ti rimane per tutta la vita [...] Mia madre dice che mio padre mi ha voluto bene fino a che non ho detto le prime parole. Ma non ricordo mai un suo gesto affettuoso. Fu allora che iniziai a inventarmi queste assurdità, tipo: ”Se cammino su queste mattonelle senza calpestare la riga e tocco il davanzale tre volte prima che papà torni a casa, forse non litigherà con mamma’. Così fai finta di essere tu a controllare la situazione [...] Hollywood è piena di matti, e se lo dicono di me vuol dire che non sanno guardarsi intorno. Marlon Brando era un eccentrico, io sono normalissimo a confronto [...] Quando ero sposato con Angelina ebbi un incubo sul Titanic: non il film, ma la nave vera che stava andando a picco con noi intrappolati dentro. Mi svegliai e la casa ”era’ il Titanic. Ero convinto che stesse affondando. Costrinsi Angelina a trasferirci in un hotel, dove rimanemmo per tre notti e tre giorni. Lei assecondò questa mia fobia con grande delicatezza e comprensione. una donna straordinaria [...] Siamo cambiati, ci siamo scoperti differenti. A lei piace viaggiare per il mondo, a me no. Lei è felice in Rwanda o in Sudan a fare l’ambasciatrice di pace per l’Onu, che è una cosa ammirevole, io preferisco la solitudine del mio studio. Lei non ha problemi a girare i film all’estero, io se devo andare fino in Texas mi sento perduto. Per me è meglio una scudisciata sul culo che una festa a Hollywood. Con Angie è stato un rapporto bellissimo, intenso, ci siamo dati interamente uno all’altra, non abbiamo lasciato niente a metà. stata un’esplosione atomica di sensazioni. Non dimenticherò un singolo istante vissuto con lei. [...] Sono un Leone: ho bisogno di piacere. Devo sentirmi adorato, se no cado in depressione. Mi chiedono qual è il tuo segreto? Prenda i modelli di Calvin Klein, bellissimi ragazzi, ma dopo quindici minuti ti rompi di stare in loro compagnia. Non lo so, non ho mai avuto problemi con le donne, ne ho avute sempre a disposizione, è una cosa spiegabile più a livello animale che altro. Ma non è che riesco con tutte. [...] Non scelgo mai cose fuori dal mio habitat emotivo. Tutto quello che recito lo faccio per davvero, e viceversa. Il barbiere di ”L’uomo che non c’era’ è il personaggio che meglio mi rappresenta, triste, annebbiato. Ma al contrario di lui, ho altri lati, più dinamici” [...]» (Silvia Bizio, ”L’Espresso” 21/10/2004). «Suono da sempre, da quando mia madre mi faceva ascoltare da mattina a sera Elvis Presley, e io crescevo, con il mio tamburo, a Hot Springs, 160 anime, un villaggio tra campi e montagne, dove mancava anche la luce elettrica. Vivevo in simbiosi con la musica e i sogni vagabondi di Waylon Jennings e Johnny Cash. Amo sopra tutti Tom Waits, ma anche Leonard Cohen […] Amo molto lavorare con i fratelli Coen, con registi come Mike Nichols, e Barry Levinson, ma mi diverte anche prendere parte ad Armageddon con il mio amico Bruce Willis, un uomo che c’è sempre stato per me, anche quando facevo la fame, come Robert Duvall. Con Bruce mi sono divertito molto sul set di Bandits, ci sentivamo Jack Lemmon e Walter Matthau […] Non ho schemi, mi piacciono anche i ruoli con poco dialogo, come quello di L’uomo che non c’era dei Coen. Io, in verità, mi sento uscito da L’ultimo spettacolo di Bogdanovich, un film che amo molto, e dal mio western preferito Mezzogiorno di fuoco. Ho una sola regola: fare film vicini alla mia anima, alla mia vita» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 3/4/2002).