Varie, 26 aprile 2002
Tags : Tiger Woods
Woods Tiger
• (Eldrick Woods) Cypress (Stati Uniti) 30 dicembre 1975. Golfista. Ha iniziato a giocare a golf giovanissimo, spinto dal padre Earl. Dopo aver conquistato 3 titoli di campione statunitense dilettanti (’94, ”95 e ”96), divenne professionista. Alla prima stagione, nel ”97, a 21 anni e 3 mesi fu il più giovane vincitore di sempre del Masters, il suo primo titolo Major. Da allora ha vinto altri 13 tornei Major e con i suoi 14 titoli è il secondo di tutti i tempi alle spalle di Jack Nicklaus a quota 18 • «Due anni senza vincere neanche un torneo del Grande Slam, e già si parlava di crisi per Tiger Woods. A rafforzare la teoria, [...] l’ascesa di Vijay Singh a numero 1 in America e nel mondo, che spodestava Woods per la prima volta dopo cinque anni. Sembrava la fine di un’epoca. Questo prima del Masters, aprile 2005. Ad Augusta ritorna il Tiger che il pubblico vuole vedere e porta a casa la quarta giacca verde, il simbolo del Masters, anche se per farlo deve battere allo spareggio Chris Di Marco. In giugno allo Us Open è secondo, dietro a Michael Campbell. [...] a St. Andrews nessuno ha più avuto dubbi su chi sia l’unico degno erede di Jack Nicklaus: a 29 anni, Tiger ha conquistato il decimo titolo major, con due anni d’anticipo rispetto al suo leggendario predecessore. [...] ”Nessuno ha mai vinto così tanto prima dei trent’anni [...] e di solito è quella l’età d’oro per un golfista: spero che valga anche per me”. Il bello deve ancora venire, insomma. Nel periodo della cosiddetta crisi, Tiger ha continuato a vincere, ma non abbastanza da evitarsi una sequela di critiche. Il divorzio dal coach che lo aveva accompagnato nei primi otto anni di carriera, Butch Harmon, e il matrimonio con la svedese Elin Nordegren [...] erano i principali indiziati. L’arrivo di Hank Haney [...] - ”Un amico che mi aiuta con lo swing”, lo definiva - non aveva calmato le voci, nemmeno dopo la vittoria nel Masters. Forse per questo, a St. Andrews, il Fenomeno ha voluto sottolineare di non aver ”mai avuto un gioco così solido e affidabile”. I cambiamenti tecnici richiedono tempo per essere assimilati. ”[...] dovevo pensare a cento cose insieme prima di tirare, un po’ come mi era successo tra il ”97 e il ”99, adesso mi basta richiamare il colpo che voglio fare e lo eseguo: un’evoluzione fondamentale, che mi ha permesso di abbassare drasticamente i risultati”, dice Tiger. Il gioco corto, quello di precisione e feeling, è stato il primo a migliorare, e lo si è visto al Masters, sulla distanza rimane imbattibile (a St. Andrews ha registrato una media di 336 metri con il driver). ”Ma c’è ancora molto da lavorare”, precisava Haney. A tre mesi di distanza, Tiger è quasi soddisfatto: ”Mi faccio il mazzo per riuscire a controllare la palla anche nelle condizioni più difficili e quando ci riesco è una soddisfazione. Ma il bello del golf è che, per quanto tu stia giocando bene, c’è sempre spazio per migliorare”» (Carolina Durante, ”La Gazzetta dello Sport” 19/7/2005). «Da quando è apparso sulla scena, il golf è diventato un sport da massaie. [...] Ma, soprattutto, le grandi case dell’abbigliamento e delle attrezzature hanno smesso di investire sui vecchi babbioni, per puntare sui ragazzi appena usciti da scuola» (Riccardo Romani, ”Corriere della Sera” 10/4/1999). «L’uomo che ha trasformato il golf in scienza esatta, il ferro in uno Stradivari e l’aneddotica in libri di testo per appassionati [...] figlio dell’afroamericano con qualche goccia di sangue indiano Earl e della thailandese con radici cinesi Kultida, autori dello strepitoso frullato di razze [...] annichiliva se stesso con le sue manie di perfezionismo e gli avversari con il suo strapotere [...] ha costretto il golf a cambiare le regole per tornare ad essere uno sport interessante (palline più veloci, putter più precisi, drive più tolleranti alle imprecisioni) [...]» (Gaia Piccardi, ”Corriere della Sera” 8/9/2004). «Ha fatto cose stupefacenti: fra l’agosto del 1999 e il giugno 2002 ha conquistato sette degli undici Major disputati, è diventato il primo giocatore di sempre a infilare lo Slam dei quattro Grandi Tornei vincendoli uno in fila all’altro (anche se non nello stesso anno solare) e in quell’arco di tempo ha trionfato ventidue volte complessive. Aveva appena 26 anni ed era, con notevole precocità, sulle tracce di Jack Nicklaus, il più grande di questo sport. rimasto primo in classifica dai tempi dell’amministrazione Clinton, più di cinque anni. E prima di quel fatidico 8 agosto 1999 aveva regnato altre sette volte per un totale di altre settanta settimane [...]» (Massimo Lopes Pegna, ”La Gazzetta dello Sport” 8/9/2004).