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 2002  aprile 26 Venerdì calendario

ZUCCHERO

ZUCCHERO (Zucchero Fornaciari) Roncocesi (Reggio Emilia) 25 settembre 1955. Cantante. Autore • Nel 1981 arriva primo al festival di Castrocaro. Nel 1985 conquista pubblico e critica con la canzone Donne. Seguono gli album Rispetto e Blue’s. Dopo un tour europeo con Joe Cocker ed Eric Clapton realizza Miserere, in duo con Luciano Pavarotti. Nel 1986 esce Best of Zucchero, il meglio di dieci anni di successi. Cantante rock con spiccate inclinazioni soul e blues, «sedici milioni di copie vendute nel mondo, una sfilza di duetti da far invidia a Bing Crosby e Louis Armstrong, una credibilità all’estero che supera quella di qualsiasi cantante rock nostrano, un Woodstock alle spalle (nel ”94), tre Festival di Sanremo falliti che invece di rovinargli la carriera l’hanno messa in moto» (Giuseppe Videtti, ”la Repubblica” 10/9/2001) • «Il cantante italiano più venduto al mondo dopo Eros Ramazzotti e Bocelli [...] ”Ero un bambino positivo, un capobranco allegro, forte. Gli altri avevano le crisi mistiche, le depressioni, le grandi domande, chi sono, da dove vengo, dove vado. Io no. Forse ero un poco ritardato. [...] Pensavo a divertirmi e a suonare. Volevo solo trovare la mia strada. Organizzavo feste. Formavo gruppi musicali, i Duca, i Monatti. Erano i tempi dell’Equipe 84, dei Nomadi, di Mal dei Primitives, di Patty Pravo [...] Non mi sono mai piaciuti quelli che usano la voce come uno strumento. Tom Waits, Ray Charles, Joe Cocker non hanno una bella voce, ma quando aprono la bocca ti danno delle sensazioni incrediibli [...] Mio nonno, Roberto detto ”Cannella”, era un mezzadro che prendeva le botte dai padroni. Mio zio, Enzo detto ”Guerra”, era un maoista. Mio padre, Giuseppe detto ”Pino”, mi raccontava delle corriere che partivano il sabato per Mosca e tornavano il lunedì mattina. Io sono nato nell’Emilia dei comunisti e sono cresciuto nella Carrara degli anarchici. Ma la politica non mi ha mai interessato [...] Mio zio maoista quando andava a lavorare nei campi e vedeva don Giovanni che leggeva la Bibbia sul sagrato gli diceva: ”Non ho mai visto un prete magro’” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 43/1998) • «Stranamente sono molto in sintonia con la vita: sono arrivato a trovare sensualità nella frutta e nelle armonie del creato che ci sono soprattutto nelle mie campagne […] Me ne hanno dette di tutti i colori, ma molti musicisti d’avanguardia mi hanno seguito. Gente come Fatboy Slim cita pezzi impossibili da ricreare. Volevo suoni di cose antiche dei Cinquanta, ma per avere gospel e spirituals di quell’epoca, l’unico modo è prenderli dal disco, chiedendo l’autorizzazione: la maestria sta nel farlo funzionare come arrangiamento […] Sono della campagna e vedo che la musica è sempre più fatta da d.j e attricette invece che da musicisti veri. Per fortuna sono tornati Santana e Tom Jones» (’La Stampa” 10/9/2001). «Sono uno che shakerato può dare molto di più» (’la Repubblica” 10/9/2001) • «’Delmo, Delmo... vin a ca’. Così mi chiamava mia nonna Diamante per la cena, mentre stavo suonando l’organo... con Marzia, nella chiesa di don Tagliatella, di fronte a casa mia, vicino alla sede del Pci e alla cooperativa di Roncocesi”. [...] il racconto di quel giorno di settembre quando Adelmo Fornaciari, che ancora doveva diventare Zucchero, venne a sapere che una band di rhythm & blues cercava un organista. [...] a 11 anni Adelmo aveva un amico di Memphis, studente a Bologna, da cui imparò il blues. [...] Giuseppe D’Angelo, che è ancora oggi il suo fotografo ufficiale. Fu lui a vincere, nell’84, un viaggio premio per due persone a San Francisco. ”Era il tempo in cui già suonavo ma non riuscivo a trovare un contratto in Italia, con questa voce e con questa musica. A San Francisco incontrai Corrado Rustici, misi insieme la prima band e registrai il primo disco senza soldi. Così, tornato in Italia, fui accettato a Sanremo con Donne”. [...] mitica nonna Diamante, alla quale Zucchero ha dedicato l’omonima canzone, con le parole di Francesco De Gregori, e un pensiero del papà Pino Fornaciari: ”Consumiamoci uno alla volta”. ”Faceva il contadino, si è risparmiato pochissimo” commenta Adelmo, che gli ha dedicato la canzone Papà perché [...] madre, Rina Fornaciari: Madre dolcissima [...] la parola per Zucchero [...] più spesso un suono che un significato. ” vero: cito sempre la frase di Dune mosse, ”nei d’illusi smammai’, un nonsense che acquista significato soltanto nella versione in inglese: ”I’ve been loosing my mind’”. E così meglio dare spazio alle note, quei segni neri sul pentagramma che Zucchero ha imparato da autodidatta. ”Oggi, grazie alle nuove tecnologie, uno impara a suonare uno strumento davanti a un monitor e non ha più bisogno di leggere o scrivere musica. Per dirla in un aforisma [...] per certi musicisti gli accordi sono solo delle semplici strette di mano”» (’Panorama” 4/10/2001).