Varie, 26 aprile 2002
MARANO
MARANO Antonio Ascoli Satriano (Foggia) 22 febbraio 1956. Direttore di Raidue. Dal 22 febbraio 2006 (e dal 2002 al 2004). Primo direttore leghista in tutta la storia della Rai. Sottosegretario alle Poste del primo governo Berlusconi, direttore del canale satellitare Stream News (quindi uomo di televisione e di programmi). «[...] Ha iniziato a lavorare a 12 anni. Ha fatto il benzinaio, il lavamacchine, il cameriere e un’altra sfilza di mestieri assai poco dirigenziali prima che scoppiasse l’amore per il tubo catodico: ”La mia prima busta paga da assunto l’ho presa [...] in Rai. Mia moglie Elena rideva quando le ho detto che mi avrebbero dato la tredicesima”. [...] a Varese ha studiato all’Itis, è geometra. ”Sono figlio di nessuno. Umberto Bossi dice che sono un terrone civilizzato. [...] Quando a 26 anni, con il mio bel cravattino, sono andato dal direttore della banca Popolare di Luino e Varese a chiedergli un fido di 350 milioni parlandogli del mio progetto per Rete 55 e un network di canali locali, me li ha dati. Ecco la forza di queste parti. Mi considero un darwinista-calvinista. Perché qui c’è selezione e perché ricavi in proporzione a quello che fai [...] Ho una cultura leghista, molto diversa dalla logica di viale Mazzini. In Rai mi ci ha messo Bossi, ma io so fare il mio lavoro. Non mischio la politica con la professionalità. Diciamo così: di testa e di cuore sono milanista, ma gioco nella Roma. Vengo dal privato, il mio credo è fatturato-prodotto-azienda. All’inizio mi sentivo un extracomunitario, ma la Rai ha una grande forza: se capisce che puoi esserglu utile non ti rifiuta, anzi ti accoglie. [...] Ho iniziato per caso nel 1982. Ho inventato lo shopping in diretta con le televendite. In 10 anni ho realizzato un gruppo di 70 canali locali. Il federalismo lo ha creato la televisione, non per dividere ma per valorizzare il territorio. La gente guarda due tipi di programmi: quelli che fanno sognare, ma soprattutto quelli in cui si riconosce. La tv è un segmento della vita quotidiana che amplifica la realtà, non la modifica perché se ne nutre [...] Da sottosegretario alle Poste, con Pinuccio Tatarella, ho realizzato il progetto sat 2000. Con Team Tv il primo network satellitare studiando non solo contenuti, ma l’hardware della televisione. Poi ho diretto Stream. Già allora parlavo di digitalizzazione satellitare come vera chance, perché il pluralismo significa moltiplicare le voci, non farne parlare tante nello stesso programma. La tv del futuro è: quello che vuoi, quando vuoi e come vuoi. Il digitale è l’autostrada di chi ha capacità, il generalista è numeri e non qualità. [...]”» (Giovanni Audifreddi, ”Capital” dicembre 2003).