New Scientist num. 2339 20 aprile 2002 pag. 13, 20 aprile 2002
Un vaccino contro il virus Hiv che si può mangiare: la novità viene da Stuart Shapiro, dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive di Bethesda, nel Maryland, Stati Uniti
Un vaccino contro il virus Hiv che si può mangiare: la novità viene da Stuart Shapiro, dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive di Bethesda, nel Maryland, Stati Uniti. Il ricercatore sta lavorando su un vaccino commestibile e poco costoso, derivato da un tipo di mais modificato geneticamente. La pianta, prodotta dalla società texana ProdiGene, contiene una proteina, la Siv gp120, caratteristica di un virus che colpisce le scimmie in modo analogo all’Hiv umano. Questa proteina sarà usata nella sperimentazione clinica di un altro vaccino in Thailandia alla fine di quest’anno, somministrato però con un’iniezione. Secondo Shapiro, «una medicina che si ingerisce è più sicura di quella che viene iniettata. Anche per evitare il rischio di utilizzare aghi non adeguatamente sterilizzati». La ricerca in questo campo non è facile: «Sono quasi venti anni che gli scienziati di tutto il mondo si impegnano per trovarlo» spiega Fernando Aiuti, direttore della Clinica di immunologia e allergologia dell’Università La Sapienza di Roma. «Attualmente ce sono circa 25 in sperimentazione, sia sugli animali che sugli esseri umani». Finora sono state usate come bersaglio le proteine dell’involucro virale. Ma la variabilità di queste proteine ha costituito un ostacolo insormontabile.