Simonetta Fiori, "la Repubblica" 1/5/2002, pagina 37., 1 maggio 2002
Il 23 febbraio del 1917 Benito Mussolini, allora caporale, rimase ferito da un cannone sulle trincee del Carso, presso il lago Doberdò
Il 23 febbraio del 1917 Benito Mussolini, allora caporale, rimase ferito da un cannone sulle trincee del Carso, presso il lago Doberdò. Due mesi dopo l’incidente fu trasferito dall’ospedale da campo alla Croce Rossa di Milano dove restò altri quattro mesi, abbandonando del tutto il fronte bellico. Secondo lo storico irlandese Paul O’Brien, invece, il motivo dei ricoveri in ospedale sarebbe stata la sifilide. In acune lettere agli amici, infatti, Mussolini mentiva parlando di ferite non ancora chiuse, mentre le cartelle cliniche sostenevano il contrario. Anche "Il Popolo d’Italia", quotidiano diretto da Mussolini, non scrisse nulla sulla convalescenza del direttore eroe. In una cartella clinica, per giustificare il fatto che non riuscisse a stare in piedi, l’ortopedico Ambrogio Binda inventò una ferita al muscolo tibiale, mai nominata nei referti precedenti. Paul O’Brien: «Mussolini doveva uscire dall’ospedale da eroe di guerra, non da sifilitico. L’incidente capitato sul Carso gli offrì la straordinaria opportunità di rinascere come eroe interventista, smentire le accuse di imboscamento, rimetterlo alla guida del suo giornale e celare la scomoda malattia dietro "le gravi ferite"».