6 maggio 2002
Laratta Pantaleone, di anni 29. Calabrese di Catanzaro, una moglie incinta e una bimba di cinque anni, un passato di violenze e rapine
Laratta Pantaleone, di anni 29. Calabrese di Catanzaro, una moglie incinta e una bimba di cinque anni, un passato di violenze e rapine. Di recente, almeno all’apparenza, s’era dato pace, era andato a vivere a Verona con la famigliola e lì aveva avviato una piccola impresa edile. Martedì trascorse la serata al bar chiacchierando e bevendo con un Dritan Moci detto Toni, di anni 20, albanese, l’adolescenza passata in Puglia a raccoglier pomodori, da qualche tempo muratore, trafficante d’armi e forse anche di droga. I due, prima di mezzanotte, montarono su una Golf rossa e si appartarono vicino a una cava di ghiaia, dove il Laratta intendeva acquistare in segreto due calibro 7.65 per 1.400 euro. D’un tratto, forse a causa del prezzo, presero a insultarsi. La lite andò avanti finché il Moci, stufo di discutere, zittì per sempre il Laratta con quattro colpi di pistola (il cadavere, trovato a pancia in giù sull’asfalto da un cameriere che rientrava in casa dopo il turno di notte). In via delle Grazie, stradina di campagna parallela all’autostrada Serenissima, Verona.