varie, 8 maggio 2002
Tags : Joshua Johnson
Johnson Joshua
• Jermaine Dallas (stati Uniti) 10 maggio 1976. Sprinter • «’Triple J”, come lo hanno battezzato in America. [...] un tipico prodotto della scuola americana, che forgia i propri atleti nei college e nelle università, ma allo sprint è arrivato quasi per caso, dopo una carriera studentesca segnata da altre esperienze sportive. Ha disputato un solo meeting di atletica durante i suoi anni di college (era il 1994), preferendo dedicarsi al basket e al football americano. Infatti uno dei suoi idoli sportivi si chiama come lui, Johnson: naturalmente si parla di Magic. [...] ”Da ragazzino volevo diventare una stella della Nba - racconta - ma ho intuito subito che, anche per questioni fisiche, non avrei mai potuto imitare il mio idolo Magic. Quando ho capito che nel basket professionistico non avrei sfondato, ho accettato un impiego alla Ibm e intanto ho cominciato a frequentare le piste di atletica. Da giocatore di basket ero piccolo ma molto veloce: ho sfruttato questa dote ed eccomi qua”. Il suo primo allenatore di atletica, Nicholson Scott, si sentì in dovere di annunciare al ”Ft. Worth Star-Telegram” la scoperta di un talento purissimo: ”Mai visto uno come lui. quasi irreale: è bello poter allenare un ragazzo che continua a farti domande”. La voglia di imparare non manca a Joshua: ”Ho guardato chissà quante volte le videocassette delle volate di Maurice Greene: abbiamo stili diversi, ma lui è il maestro e io l’allievo”. Come sempre accade, il secondo è destinato a superare il primo [...] ”Triple J”, in realtà, si sta applicando all’atletica da poco più di due anni: l’indecisione nel scegliere la carriera sportiva è stata direttamente proporzionale alle difficoltà incontrate da studente. Quattro le high school e i college frequentati da questo ragazzone (è alto 1,91): Grayson Community, Eastfield Junior, Texas A&M e Panhandle State, in Oklahoma. [...] Al suo attivo ha già due tempi da primato: il 19’’88 ottenuto lo scorso anno nei 200 al meeting di Bruxelles e il 9’’95, con 1,8 di vento a favore, di sette giorni fa. Non solo: ai Mondiali di Edmonton 2001, ai quali ha partecipato come riserva della staffetta, ha corso la prima batteria in ultima frazione, ricevendo il testimone da Dennis Mitchell, suo attuale allenatore. Poi, in semifinale e in finale, lasciò il posto a Tim Montgomery, l’altra grande sensazione dello sprint americano, ma nel suo palmares figura comunque la medaglia d’oro conquistata dalla squadra statunitense. La finale di Edmonton si disputò il 12 agosto: soltanto 42 giorni prima ”Triple J” aveva provato l’ebbrezza del primo viaggio oltreoceano, partecipando al meeting di Glasgow grazie a un passaporto nuovo di zecca ritirato il giorno prima della partenza. In Scozia ”JJJ” conosce Tony Campbell, suo attuale manager, che già mise lo zampino nella carriera di Michael Johnson. lui a trasformare il brutto anatroccolo in una piccola stellina dell’atletica: ”Adesso qualcuno dice che dovrei scegliere tra 100 e 200 metri. Ma non sarà così: a me piace correre entrambe le distanze [...] Un pizzico di guasconeria caratterizza questa new-entry americana: sposato con Nikki, dirigente di banca, è uno che in pista si fa notare non soltanto per la stazza ma anche per gli occhialoni scuri che è solito portare, secondo una moda lanciata dal trinidegno Ato Boldon. Quando sorride, mostra il suo bellissimo incisivo d’oro su cui spicca una ”J” in rilievo. I gioielli sono la sua passione: anelli, catenine e due diamanti ai lobi fanno parte del suo piccolo tesoro ambulante. Che aspetta di essere rimpinguato con una collezione di medaglie d’oro» (Claudio Colombo, ”Corriere della Sera” 28/4/2002).