Maria Rosaria Spadaccino, "Corriere della Sera", 5/5/2002 a pagina 47., 5 maggio 2002
L’infanzia e l’adolescenza di Valeria Marini nei ricordi della madre Gianna Orrù: «E’ stata una bimba tranquilla, pacioccona, serena, interessata solo alla pappa
L’infanzia e l’adolescenza di Valeria Marini nei ricordi della madre Gianna Orrù: «E’ stata una bimba tranquilla, pacioccona, serena, interessata solo alla pappa. Ha sempre adorato mangiare. E già da piccolissima aveva una spiccata femminilità. All’asilo con ostentazione diceva a tutti "io sono fidiruccia": ovvero sono femminuccia. Fino ai quindici-sedici anni era una ragazzina amante della vita: amava lo sport, le lingue, aveva un rapporto sano con se stessa e col suo corpo. Ricordo che il suo indumento preferito erano le minigonne. A scuola era molto brava. E aveva anche un grande carattere. Una volta una maestra d’asilo le diede della bugiarda e lei non è più entrata in quella scuola. Io provavo a mandarcela, ma lei si attaccava alle gambe dell’autista! Comunque è stata una studentessa modello dalle elementari fino al ginnasio. Poi è cominciato un periodo davvero duro: si era innamorata di un ragazzo sardo, più grande di lei, che l’ha fatta soffrire moltissimo. E’ stato davvero terribile. Per questo si allontanò dalla Sardegna. Finì il liceo a Roma, poi chiese di frequentare l’Istituto Europeo di Design a Milano, ma aveva le idee chiare sul suo futuro. Si è però guardata bene da comunicarlo. Temeva che avrei fatto di tutto per impedirglielo. E aveva ragione. Poi mi ha messo davanti al fatto compiuto. E dal ’92 sono diventata la sua manager».